26 novembre 2007

Confini

Di quanto sia sottile la linea che ci separa dal grande schermo

Lo sai dalla prima volta.
Hai appena messo piede in un vecchio cinema parrocchiale e stanno proiettando un vecchio western.
Poi vorresti andare al cinema da solo ma tua madre non vuole che tu vada da solo a due chilometri da casa; così ti dice che, se proprio vuoi, puoi andare al cinema che c'è all'angolo della strada (non essendosi minimamente accorta che da qualche anno programmano solo porno).
Poi arriva pure il giorno in cui al cinema ci metti piedi da solo perché sei in villeggiatura e i pugni di Bud Spencer non fanno paura.
E poi ricordi l'unica volta in cui addirittura tutta la famiglia è andata insieme all'Eliseo (la prima multisala in Italia, così narra la leggenda) per vedere Arbore, Benigni, De Crescenzo, Luotto, Bracardi, Marenco... "FF.SS., ovvero che mi hai portato a fare a Posillipo se non mi vuoi più bene" (Federico Fellini South Story).
Si, lo hai sempre saputo, è solo finzione, quella storia esiste solamente sullo schermo.
Ma appena si spengono le luci in sala la barriera cade, e tu dentro la storia.

Una sorella, un fratello, il padre affetto da demenza senile.
Devono prendersi cura del vecchio, anche se lui s'è preso poco cura di loro.
Relazioni sentimentali con il freno a mano tirato, lavori precari, solitudine, paura d'inseguire i propri sogni, ospizi.
Dalle palme di Sun City al freddo di Buffalo.
Ma alla fine la pioggia si placa.
[THE SAVAGES]




Cacciato dalle migliori scuole private, ad un giovane di buona famiglia americana non rimane che il liceo pubblico.
Cerca e ottiene la benevolenza dei suoi nuovi compagni, diventando il loro confidente psicologico e procacciatore di psicofarmaci.
Ma chi ha voglia d'ascoltare lui?
Come dice il regista, "una dichiarazione d'amore ai giovani".
[CHARLIE BARTLETT]




Un uomo è costretto da un incidente d'auto su una sedia a rotelle.
Per salvare il matrimonio, la moglie lo coinvolge in una terapia di gruppo, dove altri disabili e i loro familiari si affidano al pensiero positivo.
Impotenza, frustrazione, sensi di colpa, richiesta d'amore e di sesso.
Ma, soprattutto, tanta rabbia. Sana.
[KUNSTEN A TENKEN NEGATIVT/THE ART OF NEGATIVE THINKING]





Una storia finita male e una torta di mirtilli che nessuno ordina.
Una ragazza racconta le sue pene ad un giovane barista.
Lui si innamora di lei.
Ma lei deve attraversare la strada e partire.
Incontri nell'America ordinaria e cartoline d'amore.
Un lungo viaggio per far pace con se stessi e superare la paura d'amare di nuovo.
[MY BLUEBERRY NIGHTS]




Quarant'anni di vita insieme.
Poi la malattia di lei convince entrambi a prendere la sofferta decisione dell'inevitabile ricovero.
Ma l'Alzheimer avanza crudele.
Lei non si ricorda più di lui e stringe un affettuoso legame con un altro paziente.
Quando l'amore non finisce ma è costretto a cercare altre ragioni.
[AWAY FROM HER]


Non guardi un film a caso, lo scegli per l'umore, perché pensi che in quella storia puoi trovare qualcosa che hai vissuto pure tu. E quando anche l'ultimo titolo di coda è passato, un sorriso o una lacrima bloccata a stento ti lasciano in quella terra di mezzo che c'è tra te e lo schermo, dove il racconto si confonde con la tua vita.

Vedi il sorriso di quell'infermiera e senti il ragazzino che parla delle sue prodezze di portiere, due allegri marziani atterrati nel reparto di geriatria all'ora di pranzo.

Ricordi che non sapevi come parlare di certe cose ai tuoi genitori e allora non preparavi l'interrogazione e facevi scena muta di fronte al tuo sorpreso professore.

Vedi quanto sei maldestro. "Denis... non è che tieni premuto con il dito?". Si, amico mio, scusami, adesso metto a posto. E' che a volte mi sento in colpa anche se io colpe non ne ho; e sento rabbia, quella che tu sembri non provare mai, e mi arrabbio con quelli che stanno sempre a lamentarsi e tu non ti lamenti mai.

Pensi alle contorte traiettorie dei sentimenti, al bisogno di partire per un viaggio che non puoi dividere con nessuno.

Sai che anche le distanze e i dolori più grandi non separano mai davvero.

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