31 gennaio 2010

FERMA

Quando l'amore è immobile

Ti ho trovata quasi per caso.
Ti cercavo, ma non pensavo ad una come te.
Siamo così diversi, noi due.
Io incapace di stare fermo, quando tu non insegui il nuovo e i tuoi movimenti sono impercettibili.
In silenzio urli il tuo desiderio d'attenzione e io quasi mi trascino per risponderti.
Invadente, casinista, totalmente centrato su me stesso, penso alla mia musica, ai mie libri, ai miei film, alle mie montagne di giornali, ai fogli dei miei appunti sparsi, ai vestiti che nascondono le poche sedie ancora libere da qualcosa.
Non conosco orari regolari. Anche quando rientro a sera tardi, il mio primo pensiero va al frigorifero e, pur stanco, amo mettermi ai fornelli.
Tu sei calda, a volte pure troppo per me.
In una domenica di sole come questa, io vorrei solo perdermi per strada.
Invece ho deciso di prendermi cura di te.
La mia casa.

26 gennaio 2010

PARABOLA

Ascesa e discesa degli animali sociali

Si intravedono per la prima volta in un luogo immenso e affollato.
Affollato, si, ma asettico, privo di rumori e odori. Qualcuno dice che forse, in quel luogo immenso, i confini nemmeno esistano.
Loro si scambiano i saluti e, per un attimo, hanno l'impressione d'essere vicini e di potersi stringere la mano. Eppure, sono separati da un lungo muro, spesso e trasparente, che sembra fatto apposta per ingannarli.
All'inizio sono a disagio, così prima cercano conforto attorno a se, in qualche sguardo conosciuto. Poi prendono un po' di coraggio e provano a comunicare tra di loro, senza intermediari. Schiacciano il naso al muro, convinti che i suoni possano superare quella barriera.
Non sembra una cosa facile, lì per lì. Ma loro sono pieni di buone intenzioni. Quando il labiale non basta più, iniziano a lanciarsi aeroplanini di carta e parole.
L'aria è solcata dai voli sempre più fitti, ma anche l'inchiostro finisce per non bastare più.
Così prendono altro coraggio e decidono d'arrampicarsi sul muro.
Si ritrovano in cima, finalmente sono faccia a faccia e possono guardarsi negli occhi.
Si annusano, si toccano, si ascoltano curiosi.
Ma lì, in cima, non si può stare a lungo, ché lo spazio è comunque ristretto.
Allora, ognuno capisce che è arrivato il momento di tornare sui propri passi.
E tornare ad essere semplicemente un nome, tra i tanti scritti su quel muro.