25 dicembre 2012

DIARIO MINIMO DA MIAMI - 13 - Last minute

"Regali dell'ultimo minuto, eh?". Sorrido alla vecchia signora che si è fermata a farmi la domanda e poi ha ripreso a tirare dritto per la corsia. Bingo, Madame. A quanto pare non sono l'unico che si è ridotto a dover cercare un regalo alle dieci di sera della vigilia di Natale.

23 dicembre 2012

DIARIO MINIMO DA MIAMI - 12 - A.K.A.

Lascia perdere i ricordi delle lezioni d'inglese. Gli stessi inglesi, per dire 2012, dicono twenty-twelve, mica partono con la litania del two thousand. E ancor di più gli americani, per i quali 1600 è sixteen hundred, cosa che forse non manderebbe in crisi un laureato della Normale di Pisa ma di sicuro qualche noto parlamentare molisano (e il calcolo dovrebbe essere essere semplice: quello per individuare il parlamentare, intendo).

20 dicembre 2012

DIARIO MINIMO DA MIAMI - 11 - "Merry Chrismukkah!"


Metto subito le mani avanti: il titolo di questo post l'ho rubato all'Economist di questa settimana. Christmas e Hanukkah insieme. La festa più significativa per i cristiani e una delle feste più importanti per gli ebrei: la Festa delle Luci, 8 giorni e un candelabro con 9 candele, la Menorah. Non ci provo nemmeno a spiegare come funzioni o quale sia il significato, ché poi sbaglierei in pieno. Vero è che Hannukah è finita da poco e che Natale sta per arrivare. 

16 dicembre 2012

DIARIO MINIMO DA MIAMI - 10 - La tragedia di Newtown

"Rendere ciascuno di noi indifeso non è la risposta per mettere fine a tragedie come quelle della scuola di Newtown". Per noi europei questa frase è incomprensibile. E quand'anche riuscissimo a comprenderla, difficilmente riusciremmo a condividerla. In genere, noi non pretendiamo un diritto all'autodifesa, pretendiamo che sia qualcun altro a difenderci.

13 dicembre 2012

DIARIO MINIMO DA MIAMI - 9 - New York State of Mind

12.12.12 Concerto per le vittime di Sandy. Le televisioni americane, stasera, ti riportano indietro di qualche decennio. La camicia di Roger Daltrey è rimasta aperta dal Live Aid, e i capelli ora sono proprio bianchi. Quanto al braccio di Pete Townshend, credo che possa perderlo se non la smette di rotearlo. Ma non è lo stadio di Wembley, è il Madison Square Garden di New York. Keith Moon, il batterista e cantante, non c'era nemmeno nel 1985, però stasera canta con loro direttamente dal mega schermo, buonanima.

09 dicembre 2012

DIARIO MINIMO DA MIAMI - 8 - Art Basel Miami Beach 2012

Va avanti e indietro nervosamente. La giacca è azzurra, il cellulare attaccato all'orecchio, il pantalone nero stretto alle caviglie, le ciabatte infradito. Ciabatte infradito, a dicembre poi... Ok, fa caldo, è pure tornata l'umidità, e me ne sono accorto stamattina, perché ho lasciato il passaporto sul tavolo del soggiorno e si è accartocciato durante la notte. Ma qui basta buttare l'occhio in giro per capire che a Miami nessun uomo porterebbe con nonchalance delle ciabatte infradito. È evidente, non può che essere italiano. Anzi, sai che ti dico? Sarà un gallerista milanese, fammi sentire un po'.

08 dicembre 2012

DIARIO MINIMO DA MIAMI - 7 - Darwin e il buco allo stomaco

Un buon padre di famiglia, all'una di notte, dovrebbe già essere a dormire. Ma le pratiche per l'immigrazione mi hanno stressato al punto da non riuscire a chiudere occhio. E poi abbiamo pranzato alle cinque, uccidendo la cena. E domani è sabato. Quindi, non c'è ragione per non farmi un panino.
In America il panino è una religione nazionale. 

05 dicembre 2012

DIARIO MINIMO DA SAN FRANCISCO - 3 - Casa mia, casa mia

Helen e Adrian hanno lasciato l'Inghilterra per la Silicon Valley. Vivevano non molto distante da Londra, dove Rachel era andata a trovarli un paio d'anni fa. Adesso vivono a Los Gatos, vicino a San Josè, perché Adrian ha trovato lavoro in Google. È un ingegnere, segue uno dei tanti filoni sui quali a Mountain View stanno investendo, cioè quello della compressione dei video per portare la tv su YouTube. A dire il vero, lui vorrebbe cambiare mestiere e non fare più l'ingegnere. Ancora non sa cosa, ma intanto ci pensa. Helen, invece, è una musicista.

02 dicembre 2012

DIARIO MINIMO DA SAN FRANCISCO - 2 - Strade

Mi biascica qualcosa, riesco solo a capire "buddy". Ai quattro angoli dell'incrocio ci sono negozi che vendono alcolici, i pochi ubriachi che incontro sono concentrati qui e cercano qualche moneta per la loro serata. Continuo a camminare lungo Geary Street, scendo verso Downtown. Potrei mangiare qualunque cosa: da Milan Pizza, che la offre a tranci, oppure un Mediterranean Sandwich, che poi sarebbe un ovvio kebab. Tengo stretto il mio caffè e tiro dritto. 

01 dicembre 2012

DIARIO MINIMO DA SAN FRANCISCO - 1 - Mini

La amo. Si, la amo. Forse la sposo. Ma si, me la sposo. Poi, come un pesce rosso, o come un ragazzino di 15 anni, incontri un'altra e la memoria va a farsi benedire. E dici: la amo. Si, amo lei.
Lasciata Seattle da meno di due giorni, e San Francisco ci ha già fulminati.