La verità è che quando hai superato di dieci anni il mezzo del cammin della tua vita, dovrebbe essere scontato avere un po' di ritegno. Se poi sei alla festa per il secondo compleanno di una bimba simpatica che divide alcuni pomeriggi con il tuo piccoletto, il tuo contegno dovrebbe essere quello tipico del buon padre di famiglia, premuroso verso tutti pargoli presenti, pronto a correre dietro ogni loro richiesta, attento a non versare liquidi sul pavimento e nemmeno troppo attirato dal buffet, anche se ci sarebbero quelle alette di pollo piccanti, ché difficilmente la festeggiata e i suoi amichetti mangeranno. E invece? La Verità è una stoppata semplicemente stellare all'ultimo secondo utile.
"Ma vieni!!! Go!!!". Non bastasse l'imbarazzante esclamazione, scatto dalla sedia come un grillo, manco avessi avuto una molla sotto il sedere, braccio alzato e pugno chiuso degno di migliori cause. Mi fissano tutti, immagino che lo stia facendo, dalla sua sedia a rotelle, anche la bisnonna materna della piccola festeggiata, che però io non riesco a vedere. Qualcuno, forse, avrà pure pensato che sono un intruso alla festa, dove i parenti della mamma di questa incantevole bimba parlano cinese e quelli del papà spagnolo, per cui con il mio inglese italianizzato, e al fianco di una ragazza dai capelli rossi, ero passato inosservato sino a quel momento. "Yeah, I'm really sorry! You know... I mean... Italians are passionate...". Mi ricompongo e cerco di darmi un tono più decoroso. Ora posso lasciar perdere il televisore, che mi ha reso strabico nell'ultima mezz'ora, e dedicarmi esclusivamente ai bimbi. Adesso sono pronto a riprendere la nostra palla e a farla girare a terra, per l'ennesima volta, come fosse una trottola. E la festeggiata ride di nuovo, sempre nello stesso identico modo, come aveva già fatto nelle altre venticinque volte in cui avevo esibito questa abilità, che un giorno, di sicuro, mi renderà un Dio invincibile tra i bambini del Mondo.
Ma la Verità è che qui, in questo reale piccolo pezzo di Mondo che è Brooklyn, l'unico Dio con la palla, e pure senza, è Paul Pierce.