Ore 5:03 am. Buongiorno Mondo.
A me ‘sta cosa che a Tokyo son già le sei del pomeriggio.
Il termometro dice che la primavera sta per arrivare anche a New York. Anche se fuori è ancora buio pesto, vedo in controluce la lancetta sul vetro della finestra e segna poco meno di dieci gradi. Si, non è una tacca su una colonnina. Ma una lancetta su un semicerchio, come fosse un tachimetro.
Una settimana fa, a Madrid, era già estate. Ma i catalani rompevano lo stesso i coglioni. Va bene manifestare per i prigionieri di coscienza, quelli no. Ma se vogliono la loro patria, fucili, mica bandiere. S’è mai vista l’indipendenza a carte bollate.
Stamattina mezz’America si sveglierà col mal di testa, l’altra metà dirà che l’aveva detto e che, anche se non ci sono streghe da cacciare, non ci sono nemmeno le favole con l’orco cattivo. Questo film va avanti da due anni e non se ne possono escludere altri sei. Satantango, al confronto, ‘na passeggiata. Beati in California, è ancora notte fonda, laggiù.
A Roma e Piombino è già mattino. Ma non così inoltrato.
Dei freschi cinquantenni si scambiano gli auguri, e mi guardano dall’alto.
Una volta, per gli auguri, dovevamo alzare la cornetta. Adesso abbiamo messaggi di gruppo, moderatamente criptati. Si staranno domandando perché rispondo alle quattro del mattino.
Sarà stata la pizza o i garlic roll. Ma ieri sera alle 8 ero già a russare.
Sul divano.
Disteso come Tutankhamen.
Quattro ore abbondanti di riposo assoluto, immobile.
A mezzanotte e mezza, il dubbio m’ha svegliato. “E mo’ che cazzo facciozzzzzzz...”.
Tre ore dopo, non avevo ancora risposta.
Ma dovevo pisciare.
Una volta in posizione eretta, ho pensato di trascinarmi fino al letto.
Buttato i vestiti da qualche parte, preso la maglietta sotto il cuscino.
Ho bofonchiato un ciao alla Ragazza Dai Capelli Rossi e ha bofonchiato un ciao di cortesia pure lei. Ci siamo dati una reciproca tastata sul braccio, tanto per escludere di sognare.
“Adesso mi addormento, adesso mi addormento, adesso mi addormento, adesso mi addormento, adesso mi addormento, adesso mi addormento, adesso mi addormento, adesso mi addormento, adesso mi addormento. Adesso. Mi. Devo. Addormentare. Dovrei. Fanculo”.
Cucina.
Prima di rivestirmi, apro il frigo.
Acqua gassata. Gelata. Trattengo un rutto da Scala Mercalli, giusto per non preoccupare i vicini.
Poltrona. Si, devo fare almeno il caffè.
Periodo in cui sono circondato da cinquantenni che cercano di trascinarmi dalla loro parte. Ma io resisto con le unghie. Fin qui, tutto bene.
Fin qui, tutto bene.
Fin qui, tutto bene.
Fin qui, tutto bene...
Nei quaranta si sta bene.
Io, i cinquanta, non li voglio nemmeno immaginare.
Magari arriva l’insonnia.
E si porta appresso nuove responsabilità.
Responsabilità.
Responsabilitàahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahah!!!!!!!!
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