30 novembre 2012

DIARIO MINIMO DA SEATTLE - 3 - Navigare è preciso

Sarà pure uno stereotipo, ma Michael sembra un perfetto comico ebreo.
Anche se poi, io, pensando alla comicità ebraica, non ho in testa molto più che Woody Allen e Moni Ovadia. "Colpa di tutto quel caldo nel deserto. Gli Arabi sono matti, e gli Ebrei sono matti pure loro!".
Ha una risata contagiosa, Michael. La mole e l'andatura lenta, causa un intervento alla gamba, lo rendono ancora più simpatico. Per anni il suo lavoro lo ha portato in giro per il mondo a vendere sofisticate apparecchiature mediche.

27 novembre 2012

DIARIO MINIMO DA SEATTLE - 2 - Welcome to "Caffè Torino"

"Il prossimo anno farò domanda per la cittadinanza. Meno male, me la firmerà Obama!".
A Seattle da 12 anni, per Andrea gli 8 anni di Bush sono stati davvero troppo.
"Tu sei sposato e hai un figlio", mi dice, "per te sarà più veloce". Vero, ha ragione.
Arrivato da Torino, seguendo l'amore per la musica, per il grunge e dintorni, non se n'è più andato. "L'amica che era con me, invece, è tornata in Svizzera, e ora lì è una rockstar".

25 novembre 2012

DIARIO MINIMO DA SEATTLE - 1 - Radar

Ogni guida per turisti a Seattle prevede: che in città il cielo sia coperto, che dal tuo albergo si veda la Space Needle, che accendendo la radio tu possa ascoltare i Nirvana. Io, nel mio primo giorno, non solo ho infilato anche Pike Place Market, ma pure la sede di Real Player e un vero nerd che armeggiava con il cubo di Rubik camminando sulla Western Avenue.
E poi tanto caffè, ma ancora non quello scontato di Starbucks, che qui è nata e ha la sua sede, bensì quello delle moltissime caffetterie sparse lungo il nostro tragitto tra Belltown e Downtown, dove trovi i ragazzi con i loro portatili o gli uomini che giocano a domino.
A parte Jimi Hendrix, tutte le icone  di questa città lontana più di cinquemila chilometri da Miami.

21 novembre 2012

DIARIO MINIMO DA MIAMI - 6 - Late Show

Hai comprato una casa pignorata e quando apri la porta ci trovi dentro una ragazza colombiana che da tre mesi ha un contratto d'affitto?
Per tenerti sveglio al lavoro, invece di farti una bella tazza di caffè, ti fai prescrivere un farmaco contro la narcolessia e scopri che questo "Viagra per il cervello" ha fastidiosi effetti collaterali?

DIARIO MINIMO DA MIAMI - 5 - E se avessero ragione loro?

Black Friday. E poi: Small Business Saturday, Sofa Sunday, Cyber Monday e Green Tuesday. C'è anche Wrong-Size Wednesday, e qualcuno parla pure di Black Thursday, perché alcune grandi catene decidono di anticipare le offerte già al giorno di Thanksgiving. Ovviamente, a parte il Giving Tuesday, che nelle intenzioni dei promotori dovrebbe essere dedicato alla beneficenza, c'è chi cerca di opporsi al consumismo che regge l'economia di questo Paese.

16 novembre 2012

DIARIO MINIMO DA MIAMI - 4 - Too Much


Sapevo che sarebbe finita così: non solo bevo molto più caffè che in Italia, ma ne sono quasi dipendente. "Si, vabbé, ma quella è brodaglia". Non scherziamo, per favore, non scherziamo. Forse da Mc Donald's, certo non nelle caffetterie. E pure in alcuni Starbucks puoi trovare miscele dall'aroma intenso e dal gusto forte. Il fatto è che qui, è risaputo, il caffè si beve a tutte le ore del giorno, potendo accompagnare pressoché qualsiasi piatto.

06 novembre 2012

DIARIO MINIMO DA MIAMI - 3 - Election Day


Nel parcheggio del Community Center di Uleta fa caldo e tutto è muto, non c'è folla. Non quella che i telegiornali locali raccontano da altre zone della Greater Miami. Dal guardiano, agli elettori in coda, alle addette alle postazioni per il voto elettronico, la maggioranza qui, in questo quartiere popolare di North Miami Beach, è afro-americana o, al massimo, centro-americana con prevalenza di giamaicani e haitiani. Siamo tra i pochi bianchi presenti in questa grande palestra adibita a seggio elettorale, a parte alcuni ebrei riconoscibili per la loro kippah. 

02 novembre 2012

DIARIO MINIMO DA MIAMI - 2 - Colpirne cento per educarne cento


No, non credo che ad Hollywood, Florida, abbiano in mente il Grande Timoniere. Eppure i principi di base cari a Mao Tse Tung funzionano in ogni dove, soprattutto se applicati ai bambini. E qui sono applicati a tutti, senza distinzioni d'età.
Lo studio pediatrico è molto grande, come qualunque cosa quaggiù: se l'unità di misura è il miglio, non puoi stupirti che il tubetto del dentifricio o il tubo delle patatine sembrino bastoni. Per questo, anche un semplice studio medico può essere più grande di molti uffici di multinazionali presenti a Milano.
Dietro il bancone della reception c'è la stanza dello schedario. La nostra dottoressa ci dirà, poi, che ormai tutto è computerizzato; ma quella è ancora la memoria di qualche migliaio di bambini passati da qui negli anni.
Il salone d'attesa è diviso in tre zone distinte: quella per i bambini che devono fare un semplice controllo, quella per i bambini con qualche malattia in corso e quella per i neonati. Nulla da eccepire, soprattutto per i neonati, perché respirano qualunque cosa e la fanno propria come niente. In ogni zona c'è un televisore acceso sullo stesso canale per bambini. E se anche provi a spostarti in modo che il piccoletto tra le tue braccia non lo veda, lui proverà lo stesso a girarsi, seguendo le voci. Forse anche perché a casa non l'ha mai visto un televisore.
Sullo schermo ci sono dei piccoli pirati e un pesce, parlano di un tesoro. Sono folgorato, non riesco a staccare lo sguardo. Il cartone animato è costruito per insegnare nuove parole ai bambini. Il pesce formula le domande e, dopo qualche secondo di pausa, i piccoli pirati rispondono.
Mi distraggo per qualche minuto e quando torno con gli occhi al televisore vedo che i piccoli pirati si sono tolti le bende nere. Ora sono dentro un supermercato. Viene spiegato loro dove possono trovare la frutta e la verdura, il latte e il formaggio, e così via. Parte una musica, e li vedi ballare e cantare tra le corsie, come un perfetto musical. Alla cassa impari quante banane puoi comprare con le monete che hai in tasca. E poco importa se anche mia moglie, che pure è nata e cresciuta in Florida, strabuzzi gli occhi all'idea che tre banane possano costare tre dollari.
Cambio di scena, i piccoli ex pirati si trasferiscono nel cortile di una scuola. Ma arriva il nostro turno con la pediatra, e non sapremo mai che hanno mangiato per la merenda.