"Sei del luogo?". Zelig ha colpito ancora una volta: due tizi dell'Arizona, i cui tratti somatici sembrano quelli dei nativi americani, mi chiedono quali siano le spiagge migliori dove andare, pensando che io sia uno del posto. Rispondo che sono di New York e che è la seconda volta che sono solo di passaggio qui a Cocoa Beach, quindi non saprei davvero aiutarli. Memore di quanto mi ha detto Luciano qualche tempo fa, e di alcune cose ascoltate e lette qua e la, mi affretto pure ad aggiungere che poi sono anche italiano, e questo tanto per rafforzare il concetto che so poco della zona e sono la persona meno indicata cui chiedere consiglio. Ma, in realtà, faccio la precisazione perché so che non puoi definirti newyorchese se non ci hai vissuto almeno per cinque anni, o dieci secondo altre teorie assai più conservatrici. Ai due tizi dell'Arizona, comunque, sembra fare né caldo né freddo il fatto che io sia italiano, e non credo immaginino le mie remore nell'appropriarmi di un'identità che non posso ancora dichiarare mia (ammazza, che complicato che è).
28 agosto 2013
22 agosto 2013
UN GIORNO D'ORDINARIO PRIVILEGIO
L'amica Barbara, a proposito del nostro piccoletto, dice: "Vive a Nuova York e va in vacanza in Florida. Minchia, però!". In effetti, messa giù così, suona da vero privilegiato e forse lo è pure. Di certo, lui non lo sa. Tra qualche anno saprà semplicemente che quando era piccolo è stato sballottato a destra e manca per benino, senza che nessuno gli abbia mai chiesto il permesso. Quel giorno, per fortuna ancora lontano, non sarà proprio semplice dirgli: "no, lì non ci vai perché non sei ancora abbastanza grande". Lui ti guarderà con l'aria di quello che vuole fare il ragazzo educato perché sa che tu, invece, sei già abbastanza vecchio e potresti schiattare d'infarto se ti metti a litigare pure con lui, ché già sai essere bilioso di tuo, quando vuoi. Con quella stessa aria, prenderà il suo telefono, che sarà ultra tecnologico, capace di miliardi di operazioni al secondo, capace di trovare qualunque traccia, anche la più piccola, anche quella che hai provato a cancellare, di tutte le memorie, pure le più ambigue, che ti sei ostinato a seminare in quelli che lui chiamerà i social network preistorici. E troverà, in quelle centinaia di impronte, la prova che tu, quando forse lui voleva starsene a casina, e dormire nel suo letto, tu lo hai costretto a seguirti nei tuoi viaggi senza sosta, a dormire quasi ogni sera in un posto diverso, in una roba che non puoi nemmeno chiamare letto, e infatti qui la chiamano "pack 'n play". Per non parlare, poi, dei traslochi cui lo hai costretto nel suo primo anno di vita. E in questa allegra violenza, lo hai pure immortalato con un'ossessione che forse lui non avrà gradito. Ce ne sarà abbastanza per non dirti una parola che sia una, afferrare le chiavi di casa, lo zaino, il suo maledetto ultra tecnologico telefonino, e andarsene dove meglio vorrà. E sarà peggio per te.
16 agosto 2013
A RUOTA LIBERA
15 agosto 2013
OUTER SPACE
Due finestre, una porta scorrevole, una porta a vetri, un tavolo con il computer, un letto a due piazze. Al fondo di quella che nelle ultime due sere è stata la nostra stanza a Chesapeake, Virginia, c'era anche il bagno, che però era cieco. Occhio e croce, la lunga camera per gli ospiti e il bagno messi insieme avevano la stessa dimensione di casa nostra. Solo che nel nostro appartamento a Brooklyn, nello stesso spazio, ci entrano: due camere da letto con armadi a muro ricavati chissà come, poi un bagno, un soggiorno e quello che io definisco un ampio angolo cottura.
"Crescere un bambino in un appartamento a New York è come far crescere una quercia in un ditale". Si presentava così, con enormi cartelloni su alcuni palazzi di Manhattan e con lo slogan pubblicitario forse più azzeccato della primavera, una delle tante compagnie che offrono spazi per depositare tutto quello che non riesci a tenere dentro casa. Insieme al costo degli affitti, lo spazio è uno delle principali ossessioni a New York, dove Bloomberg, il sindaco in scadenza, ha lanciato una gara tra gli architetti per creare il micro-appartamento perfetto, sostenibile e pure a basso costo. Anche quando il reddito ti emancipa finalmente dal monolocale, il tuo appartamento avrà sempre delle dimensioni lillipuziane rispetto alla casa di una famiglia media americana e la cantina sarà un miraggio, così come la lavatrice.
"Crescere un bambino in un appartamento a New York è come far crescere una quercia in un ditale". Si presentava così, con enormi cartelloni su alcuni palazzi di Manhattan e con lo slogan pubblicitario forse più azzeccato della primavera, una delle tante compagnie che offrono spazi per depositare tutto quello che non riesci a tenere dentro casa. Insieme al costo degli affitti, lo spazio è uno delle principali ossessioni a New York, dove Bloomberg, il sindaco in scadenza, ha lanciato una gara tra gli architetti per creare il micro-appartamento perfetto, sostenibile e pure a basso costo. Anche quando il reddito ti emancipa finalmente dal monolocale, il tuo appartamento avrà sempre delle dimensioni lillipuziane rispetto alla casa di una famiglia media americana e la cantina sarà un miraggio, così come la lavatrice.
08 agosto 2013
Il lungo lungo viaggio di Saturnino Farandola [ NYC #12 ]
"Papà, io ero convinto che abitavamo a Pechino". Come potrò dargli torto? Dopo qualche anno in America, forse l'italiano del mio figliolo non sarà dei migliori, forse il ragazzino non sarà proprio ferrato coi congiuntivi della sua patria d'origine, ma lo spirito d'osservazione non gli farà difetto, già lo so. Si sarà guardato attorno e avrà tirato le sue conclusioni: "stiamo in Cina, vero?".
Andare alla stazione della metro R oppure a quella della N per noi fa nessuna differenza: sono praticamente alla stessa distanza e vanno entrambe a midtown Manhattan, anche se la R ci arriva facendo un giro più lungo e attraversando il fiume dentro un tunnel, quando la N corre invece per il Manhattan Bridge prima di tornare sottoterra. Ma a parte il fatto che la N, per un tratto di Brooklyn, è un treno espresso (e già questo potrebbe bastare e avanzare per preferirla), la vera differenza è che mentre la più vicina stazione della R è ancora nel nostro tranquillo quartiere, Bay Ridge, la più vicina stazione della N si trova nel quartiere di Sunset Park.
E Sunset Park è un Mondo a parte.
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