30 gennaio 2007

Viagra, olio e peperoncino

Pare che una signora, insoddisfatta per le scarse attenzioni del marito, ad insaputa del medesimo gli abbia fatto ingerire del Viagra. Per tutta risposta, lui ha avuto un infarto.
Pare che gli stessi effetti del Viagra si possano ottenere con l'aglio.
Così direbbero dei ricercatori inglesi.
E addio bacio alla francese.

29 gennaio 2007

Pedalini

Un filo lega Benedetto XIV e Hugo Chavez.
Il filo di Scozia delle loro calze bianche.
Lo stesso filo unisce anche Valentino Parlato, Piero Angela e Jean-Luc Godard.
Sull'Ottovolante odierno (rubrica che compare su "Affari e Finanza" della "Repubblica"), Giuseppe Turani racconta che le calze bianche starebbero tornando in auge. Alcuni calzifici riceverebbero ordinativi soprattutto da Stati Uniti e Scandinavia.
Se abbiamo sdoganato le camicie nere...
Ci salva il giornale più estremista d'Europa, El Pais: "Solamente il Papa puo' metterle, sono definitivamente out per tutti gli altri".
Zapatero in redazione?

Ricordati

Di notare i tagli di capelli.
Di lasciare abbassata la tavoletta in bagno.
Di non fare la voce squillante con una donna al telefono.
Regole minime di sopravvivenza in ambiente lavorativo a predominanza femminile.

19 gennaio 2007

Dice

Che due signore, donne di cultura e gran classe, accompagnandosi l'un l'altra a braccetto, se ne stavano ad ammirare l'architettura barocca prima dell'ora di cena.
Che una delle due, Inge - già moglie del fondatore di una nota casa editrice e a sua volta noto per essere stato miliardario, finanziatore della Rivoluzione e vittima di una bomba ai piedi di un traliccio dell'alta tensione - portava con se, come sempre, la sua borsetta.
Che l'amica di Inge, Nadine, scrittrice sudafricana pubblicata dalla suddetta casa editrice, apprezzava la passeggiata e, ancor di più, la presenza di vini sudafricani e il fassone servitole nel ristorante dove amava pasteggiare pure Camillo Benso Conte di Cavour.
Che al momento di pagare il conto la povera Inge si sia accorta che dalla borsetta mancava giusto il portafoglio.
Che Nadine non abbia avuto neanche il tempo di realizzare cosa stesse accadendo, magari per prendere le sue carte di credito e fare almeno il gesto.
Che dal tavolo vicino, Alessandro, noto amministratore delegato di una delle principali banche del Paese, abbia esclamato: "Per l'amica Inge? Pago io!".
Che la storiella si deve essere diffusa alla velocità della luce, che' stamane è su tutti i giornali della Città.
Comunicato stampa o tazebao?

12 gennaio 2007

Desta

Ha detto, più o meno, che per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia dovremmo smetterla con la solita immagine dei sabaudi, fatta di Risorgimento, e parlare invece di un'Italia "polimorfa".
Apriti cielo!
Un filosofo veneziano, già sindaco della sua città, che si permette di venire a dire a noi torinesi...
La verità.
La retorica risorgimentale ha fatto il suo tempo, forse avrà avuto un senso ricordarla per il centenario... ma ora?
Italia polimorfa, dice lui. Ammettendo che, forse, anche Venezia a ben poco a che fare con l'Italia.
Sui libri di storia ci hanno fatto vedere e rivedere, in tutte le salse possibili, che dalla caduta dell'Impero Romano, la penisola italica è stata sede di innumerevoli stati e staterelli; che quando il resto dell'Europa era divisa in grandi nazioni, noi avevamo una struttura di poco dissimile a quella delle nostre attuali regioni. Ci vantiamo ancora del Rinascimento ma siamo fermi ancora prima, ai guelfi e ai ghibellini. Come spiegare, altrimenti, l'odio che corre tra pisani e livornesi? Avranno pure le loro belle e sacrosante ragioni... Ma mentre il mondo corre veloce, due città separate da 20 km non trovano di meglio che tenersi strette l'una la sua università e l'altra il suo porto. Geniali.
Italia polimorfa.
I bassi di Napoli e Bergamo alta. La FIAT e le microaziende di Prato. Gigi D'Alessio e i Subsonica. La piadina con lo squacquerone e il pane ca meuza.
Ci sarà il coraggio di parlare delle diversissime Italie?
Oppure ci sorbiremo un po' di retorica modernista, sull'Italia patria dell'innovazione applicata al design e al buon vivere?
Antani...

11 gennaio 2007

Numeri

Il 10 sferraglia lento nella nebbia, dentro siamo pigiati come si può esserlo solo alle 8 del mattino.
Poco prima del Politecnico il mio orecchio si allarga sulle voci di 3 ragazzi, potranno avere tra i 15 e i 16 anni.
"Minchia, alla prima dopo 20 minuti eri 6 a zero. Mi'! Alla seconda dopo 10 minuti eri 3 a zero... che... Minchia dopo neanche una partita intera avevi già preso 8 gol!".
Playstation vs Matematica: 1 a 0.

09 gennaio 2007

Muratori (2)

Questi sono proprio strani, sembrano marziani.
Sarà la lingua slava.
O forse sarà il fatto che indossano il casco protettivo e l'imbracatura per muoversi in sicurezza sul ponteggio che stanno montando?
Magari nella casa abita qualche ispettore dell'Inail...

Muratori

Te li immagini in grandi stanze con soffitti alti e pareti scure, rese ancora più scure dalla luce fioca di qualche lampada. E poi vecchi divani un po' impolverati, attorno a un lungo tavolo rettangolare, e piccoli conciliaboli da cui provengono voci appena sussurate. Gesti rituali, tonache, grembiuli, compassi e squadre.
Invece li ritrovi seduti attorno a tre tavolini uniti alla buona in locale di proprietà d'un noto comico e presentatore televisivo, tifoso del Toro. Se non fosse per l'aspetto evidentemente attempato, sembrerebbero dei ragazzini in libera uscita serale. Uno di loro si esercita nelle riprese con un telefonino e le mostra orgoglioso agli altri.
Cambia anche la massoneria o sono solo pregidizi che s'incrinano?

04 gennaio 2007

Le buche più dure

Sofija Grad o, più semplicemente, Sofia.
Rimarrà, per qualche mese ancora, una meta desiderata e mancata per un soffio.
Tutta colpa della burocrazia e delle bombe, quelle sganciate su Belgrado nella primavera del 1999. Si, perchè se viaggi in macchina e non vuoi prendere un traghetto per la Grecia o passare da Ungheria e Romania, per andare in Bulgaria devi per forza transitare da Belgrado. Ma i serbi, dopo le bombe, non ci hanno ancora molto in simpatia e per entrare nel loro paese chiedono il passaporto.
Niente di così complicato, un semplice passaporto... Peccato che io non lo abbia.
Arrivati a Padova, dopo un giro di telefonate, apprendiamo con certezza che senza passaporto non andremmo da nessuna parte. Si, Gabri ce l'ha e ha anche la macchina. Ma, mosso a compassione dall'idea di lasciarmi ramingo in terra croata o, più prosaicamente, poco allettato dal pensiero di viaggiare per centinaia di chilometri da solo, acconsente a cambiare destinazione per il nostro breve viaggio di Capodanno.
Così, nel brevissimo volgere di una dozzina d'ore abbiamo fatto svanire prima Amsterdam e poi Sofia.
Poco male, l'est dell'Europa è lì a portata di mano, e Budapest sembra ben più che dignitosa.
Sosta a Trieste la sera del 30, San Silvestro e Capodanno a Budapest, il 2 a Vienna.
2500 chilometri ben spesi, godendoci soprattutto i ritmi del viaggio.
Un po' meno l'umidità del Danubio, che s'è conficcata nelle nostre ossa e si fa ancora sentire.
"Fa troppo freddo! Ci vuole una bella birra calda!!".
Mi sa che avevi ragione, Gabri...