13 dicembre 2014
03 dicembre 2014
Il regalo [ NYC #40 ]
Alla fine di un trasloco
"Dada, this one! This one!". Il piccoletto mi aspetta davanti alla porta della nostra nuova casa e mi porge il suo piccolo tunnel di plastica. Vuole che giochiamo con il trenino della metropolitana. Non mi sembra disperato quando gli dico semplicemente che non posso. Sono così stanco che non riesco a inventarmi una scusa e nemmeno provo a dirgli che giocheremo più tardi. Cerco solo di non schiantarmi sul pavimento insieme allo scatolone di turno. Quando domenica sera la Ragazza Dai Capelli Rossi mi ha chiesto: "allora, qual è il piano per domani?"; ho risposto senza esitare, secco: "improvvisazione". Non stavo facendo il bullo. Al quinto trasloco in quattro anni, e avendo smesso di tenere il conto di quelli fatti a partire dal 2000, ho imparato una sola regola. Si, programmare è utile, chi lo nega. Ma fare, senza pensarci due volte, quella è la chiave. Non importa quanti scatoloni riempirai o in quanto tempo. Devi partire, così come viene. Devi riempire. Caricare il furgone e andare. Fino all'ultimo minuto utile. Che, nel nostro caso, è l'ora in cui devo riportare il furgone al parcheggio del car sharing.
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