29 novembre 2007

Si lavora e si fatica

La protesta dei tassisti romani. Aspettando la vendita di Alitalia

"Non posso parlare. Va bene, faccio questa dichiarazione, poi però il TG3 non venisse tra i tassisti perché fa un'informazione faziosa".
Roma, Piazza Venezia, centro del centro città.
I tassisti sono fermi da due giorni. Protestano contro la possibilità che il comune rilasci le autorizzazioni per
500 nuovi taxi a fronte della richiesta della categoria di aumentare le tariffe. Sembra uno scambio dignitoso ma i tassisti non ci stanno e decidono di bloccare le loro auto. Non a casa loro (che già sarebbe grave) ma nel bel mezzo della strada.
Si lamentano, dicono che Veltroni dovrebbe salire su una macchina e capire quanto sia faticoso il loro lavoro; dicono che guadagnano poco.
Ma se tutta questa fatica non è compensata dal guadagno, perché non cambiano lavoro?
Possono sempre andare verniciare carrozzerie in fabbrica, o possono rispondere al telefono in un call center, o possono assistere alle colate in fonderia, o possono sistemare pacchi di pasta tra gli scaffali di un supermercato. Sono sempre più rare, ma c'è pure qualche miniera.

Se Alitalia trovasse davvero un compratore, la protesta dei tassisti romani verrebbe derubricata a mero fenomeno di colore, quasi un carnevale anticipato.
Si prospettano dai 3000 agli 8000 posti di lavoro in meno (tra licenziamenti diretti e outsourcing).
Per evitare che i cieli italiani diventino come Piazza Venezia e che talune forze politiche (facendo spallucce sulle proprie responsabilità) cavalchino la protesta, il Governo probabilmente s'inventerà qualcosa di molto simile ai prepensionamenti.
In passato è stato chiesto a piloti ed hostess Alitalia di lavorare di più, mantenendo pressoché intatto lo stipendio. Hanno rifiutato, perché il loro lavoro (hanno detto) è faticoso.

Servizi pubblici?
Certo, paghiamo noi.

cerca su Technorati chi ha scritto cose più serie su: , , ,

Nessun commento:

Posta un commento