16 ottobre 2007

Uberto

Raccontare è faticoso

Uberto fa il minatore.

Tutte le mattine, quando ancora è buio, Uberto esce di casa, arriva alla miniera, accende la candela sopra il casco ed entra nei cunicoli. Ogni sera, quando è già buio, Uberto porta a casa un po' del carbone che raccoglie in miniera, e lo usa nella sua stufa. Uberto - non lo diresti - ma ha una casa grande, con ben 95 stanze. Una, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto... vabbé... settanta... novantatre, novantaquattro e novantacinque! Per riscaldare tutte le stanze Uberto ha collegato un lunghissimo tubo di ferro alla stufa e il tubo corre per tutta la casa. Però Uberto, ben presto, s'accorge che il tubo riesce a scaldare solo le stanze più vicine alla stufa. Pensa e ripensa, Uberto dice: "Devo inventare qualcos'altro... devo inventare... si, ci sono! L'acqua calda!". Con un marchingegno tutto nuovo, Uberto riesce a far passare l'acqua nel tubo, ed è acqua calda. Così l'intero lungo tubo diventa bollente e tutte le stanze si scaldano, e pure in poco tempo.
Intanto Uberto continua a fare il suo lavoro di minatore. E un bel giorno - perché era un bel giorno anche se Uberto non lo sapeva - al posto delle pietre nere di carbone trova delle pietre gialle gialle, che luccicano. Uberto è preoccupato: che se ne fa di quelle pietre? Mica può usarle nella stufa... Quella sera Uberto è triste. Il suo sacco è pieno di pietre gialle e nessuna pietra nera di carbone. Tutt'intorno è buio fitto, come ogni sera. Come d'incanto, all'orizzonte, Uberto intravede una luce. Uberto aumenta il passo e finalmente raggiunge il punto luminoso. La luce arriva dai capelli di una bellissima ragazza. Uberto cerca di pulirsi la faccia, che' è sporca di carbone, ma si zozza ancor di più! La ragazza ride. Uberto estrae una pietra gialla dal sacco e la fa vedere alla ragazza dai capelli lucenti. "Ma è una pietra preziosa!", esclama la ragazza. "E' oro, lo sai?". Uberto la fissa per un po'. "Si, ma io con queste pietre non posso mica scaldare la mia casa...". Afferra il sacco e lo scaglia lontano lontano nel buio della notte. Per lui c'era qualcosa di più prezioso di tutte quelle pietre gialle. Così Uberto prende la mano della ragazza dai capelli lucenti e inizia a camminare verso casa...

"E la candela sul casco?", chiede il figlioletto del mio amico, ancora con gli occhi spalancati e senza la benché minima intenzione di provare a dormire...

Forse non sono fatto per raccontare fiabe ai bambini.
O forse era solo colpa dei capperi sulla pizza a cena.

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