26 giugno 2013

Rilassati, è solo... Amore! [ NYC #9 ]

Signori, quella di oggi è stata una giornata storica, capace d'oscurare anche l'asta della sottana appartenuta a Monica Lewinsky e di una lettera firmata dall'amato Bill Clinton. Ma noi, a Bay Ridge, abbiamo ben altre rogne con il sesso, e pure il New York Times se n'è finalmente accorto. Ma andiamo per ordine. Era atteso per oggi, e puntuale è arrivato, il pronunciamento della Suprema Corte americana in tema di matrimoni gay. Una giornata davvero storica per chi si batte per il riconoscimento dei Diritti Civili. La Suprema Corte, infatti, ha dichiarato incostituzionale il "Defense of Marriage Act" del 1996 (firmato da Clinton con sostegno bipartisan), perché non riconosce anche ai matrimoni tra persone dello stesso sesso i benefici federali previsti per i matrimoni tra eterosessuali. Dal punto di vista legale, per gli Stati che non prevedono il matrimonio tra omosessuali o lesbiche, non cambia molto, ma il segnale per tutti è chiarissimo: anche se non esiste un diritto costituzionale al matrimonio tra persone dello stesso sesso, proprio sulla base del sesso non sono ammesse discriminazioni.

Con una seconda sentenza, riguardante il bando dei matrimoni gay in California, approvato da un referendum del 2008, la Suprema Corte non si è espressa così apertamente e si è invece mossa su un terreno più procedurale. Nel 2009, due coppie omosessuali californiane, cui era stato impedito di sposarsi, si erano rivolte alla giustizia. La Corte d'Appello di San Francisco aveva dato loro ragione, annullando il divieto dei matrimoni gay, e lo Stato della California non aveva proposto ricorso contro questa decisione. I promotori del referendum, allora, avevano deciso di rivolgersi loro alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Oggi, però, la Suprema Corte ha detto che non potevano farlo, che non avevano titolo per sostituirsi allo Stato della California, unico soggetto legittimato a ricorrere. Adesso, nonostante tra i giuristi stia per aprirsi il dibattito sulle conseguenze giuridiche di questa sentenza, la California diventerà di fatto il tredicesimo Stato, quello più popoloso, ad ammettere i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Il 30% della popolazione americana vive in questi Stati. Ma a noi, a Bay Ridge, questa cosa non ci tocca. Noi, qui, dobbiamo difendere la Morale. 
Pure il New York Times, con un articolo uscito giusto oggi, si è accorto che nel quartiere stanno aprendo sempre più centri massaggi cinesi. Da mesi i giornali locali di Brooklyn ne parlano, ma finalmente è arrivata la più prestigiosa ribalta cittadina. Altro che gentrificazione o ragazzi con la barbetta e camicie a quadri, fuggedaboutit. A Manhattan e nel Queens forse non lo sapevano, ma a noi basta fare un giro per la Quinta Avenue per imbatterci in una teoria di "SPA" che offrono massaggi e, in alcune di queste, intravedi dipendenti in rigorosa minigonna d'ordinanza. L'articolo dice che in un paio di questi centri le titolari smentiscono categoricamente d'offrire massaggi erotici o prestazioni sessuali, ma la gente mormora, soprattutto le donne del quartiere, anche se nessuna vuole lasciare il proprio nome al cronista. Santi numi. Ma come! Continuo a pensare che non tutto il Mondo sia Paese, e invece mi ritrovo a leggere la stessa lagna che puoi trovare sulla cronaca di Parma? Dice il NYT che il punto è un altro: ovunque, nella immensa città, esistono centri massaggi dove lavorano per la maggior parte cinesi, affiancate da ragazze dell'est Europa; ma Bay Ridge si è sempre considerato un quartiere per famiglie, e questa cosa stona. Aggiungo io: a Bay Ridge, area tradizionalmente conservatrice, dove però si sta piano piano consolidando il voto democratico, il fenomeno della moltiplicazione dei centri massaggi imbarazza i politici locali, che devono fare attenzione a non perdere consensi in vista delle elezioni d'autunno. Ma a parte questa ovvia considerazione, una cosa è evidente, andando in giro per New York: i cinesi hanno un senso per gli affari che è insuperabile e, se vedono un mercato potenziale, ci si buttano dentro. In un quartiere dove è facile trovare hookah cafè,  frequentati solo da uomini mediorientali, accasciati sui divani a fumare narghilè, o dove sopravvivono sport bar frequentati quasi esclusivamente da maschi bianchi con la testa appesa ai video per seguire le loro partite preferite; in un quartiere a prevalenza di italiani, irlandesi e arabi, cioè di gente che, senza offesa, storicamente non ha proprio eretto barricate per impedire che la religione entrasse in camera da letto; in un quartiere così, ti sorprendi se i cinesi, da un giorno all'altro, aprono mezza dozzina di centri massaggi equivoci?

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