05 dicembre 2008

Il bambino con il pigiama a righe

Un film da vedere

È magrissimo. Mi viene in mente Snoopy quando incontra il fratello che vive nel deserto: “Spike, sei esile come una promessa”.
Nel film si chiama Bruno, ha 8 anni e gli occhi azzurri. Di un azzurro così intenso che per qualche istante mi trascinano da tutt'altra parte.
Il padre è un gerarca nazista messo a capo di lager. Bruno e la sua famiglia vivono poco distante dal campo di concentramento. Un giorno Bruno si allontana da casa e raggiunge la recinzione di quel campo che lui crede una fattoria dove i contadini vanno in giro col pigiama. Fa amicizia con un bambino prigioniero, Schmuel, e...
Tratto dal libro omonimo, "Il bambino con il pigiama a righe" è stato presentato in anteprima al Sottodiciotto Film Festival di Torino. Nei prossimi giorni uscirà in tutta Italia, prodotto da Walt Disney e distribuito da Miramax.
Le immagini sono pulite, non c'è un'inquadratura fuori posto o un calo di ritmo nella sceneggiatura. Ma non è il solito film della Disney. I due bambini sembrano due bambini veri, con le stesse ingenuità dei bambini. O, almeno, con quell'ingenuità che ancora vorremmo vedere nei bambini. E il finale è... il finale giusto, che riporta alla realtà.

Piccola nota per la mamma di Bruno, interpretata da Vera Farmiga, la bella strizzacervelli che in Departed sta con il poliziotto stronzo e si innamora di Di Caprio, quello buono. Fa impressione vederla conciata come una madama crucca degli anni '30.

La canzone che mi risuona nelle orecchie mentre torno a casa è Stuck in a moment degli U2 (cliccare per ascoltare).

Don't say that later will be better
Now you're stuck in the moment and
you can't get out of it

Ovviamente non c'entra niente con tutto il resto. Come sempre.

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