22 marzo 2007

Hidehey!


Come on
Baby don't you wanna go
Hidehey
Baby don't you wanna go
Back to that same old place
Oh sweet home Chicago

E' alto, grosso, nero. Si aggira cantando tra i tavolini del Gilgamesh e stringe mani.
La sua è enorme, sembra un badile, un po' fredda ma morbida. Il lungo filo del microfono lo lega al palco.
Mi dimeno sulla sedia e batto il tempo.
Hei, gente! Come cazzo fate a stare fermi a sorseggiare le vostre birre e a mangiare i vostri risotti? Mah...
Prima del “bluesman ammericano” s'è esibito un amico d'Antonio, che suona l'armonica a bocca in un gruppo.
Davvero bravo, e lo guardavo ancora più estasiato dopo aver saputo che i primi rudimenti dell'armonica li ha appresi sulla collinetta di Parco Ruffini... proprio da Antonio!
Ho ancora speranza, allora. L'armonica dovrei averla da qualche parte e una volta, con Pietrone, avevamo pensato d'andare a suonarla al fondo dei Murazzi, sotto il ponte che porta in Corso Gabetti.
Gran serata, ieri.

Sono le 14.20
“We gotta go to work”


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