07 ottobre 2006

Gramigna

E' come la gramigna, certa fama; ti si attacca addosso e non la levi a piangere. Anzi, quando t'illudi d'averla scampata è di nuovo lì, bella e ricresciuta.
Certo, se poi le dai anche una mano... beh, allora...
Ti piace mangiare, e questo lo sanno tutti, anche chi ti vede per la prima volta.
"Dai ragazzi son solo maniglie dell'amore, eppoi dai si vede che è la maglia stretta a farmi la pancia, no? E se solo riuscissi a tenere dritta 'sta cazzo di schiena che mi fa pure male...".
Ti piace anche cucinare e lo sanno in pochi. Eccoli, sono loro l'humus per la tua gramigna.
Tempo addietro ti piaceva riunire 10/15 persone il sabato sera e le portavi da un amico siciliano, studente fuori sede. Un vero galantuomo. Tu gli spaccavi prepotentemente la minchia con le richieste più assurde e lui, piuttosto che dirti no, si metteva pure in imbarazzo.
Arrivavi a casa sua all'ultimo minuto, di modo da spaccare la minchia magari al suo compagno di casa: un pitecantropo eretto da poco, usciva dalla sua stanza solo per recarsi al cesso e, uscitone, ti salutava con un cenno della mano e si rintanava.
Tu all'epoca pensavi solo a mangiare e a sfidare Toni Dallara.
Un sabato, meschino, ti fai venire la felice idea di cucinare per loro. Ora usi quel verbo con parsimonia, anche perchè qualche amica ci tira su lo stipendio sfamando gli altri. Ma quella sera volevi solo fare una banale pastasciutta, che sarebbe stato mai!
"Carbonara per tutti, ok?". Neanche fossi stato l'animatore d'un villaggio vacanze.
Non hai la pretesa di realizzarne una versione trasteverina filologicamente ineccepibile, per carità. Ma non puoi immaginare cosa avverrà da lì a poco...
Fai due conti: siamo in dieci, nove uova. L'errore è già in agguato, pensi in termini di uova e non di tuorli. Panna? Non scherziamo, quella è tutta colpa di Tognazzi, buonanima, avesse fatto il mestiere suo senza propinarci le ricette.
Qualcuno ti aiuta. "Ci penso io a buttare la pasta".
Sbatti le uova, prepari la pancetta, tieni pronto il formaggio. E il pepe? "Oh, ragazzi! si chiama mica carbonara per un'altra ragione!".
Scolano la pasta.
Tu hai uova per sfamare una squadra di calcio con annesse riserve... e loro ti preparano la pasta per tre persone??
Niente, è colpa tua. E ti si attacca addosso per il resto dei giorni.
C'è gente che ancora si ricorda di quella sera, e ne ha un ricordo vivido come quello dei dolci mangiati da bambini.
E dagli torto! Come si fa a dimenticare una frittata di pasta?
La tua fama di cuoco è seppellita prima di nascere. Ma sei testardo, sai che gli anni ti daranno ragione.
Oggi fai una carbonara da urlo, per i pochi intimi che hanno la fortuna di assaggiarla
Hai smesso di credere di saper cucinare, ti limiti ai tuoi piatti preferiti, il risotto alla zucca o la pizza che ti impasti rigorosamente a mano per minuti e minuti.
Non disdegni le novità, così un giorno cerchi delle ricette svedesi: casa tua è una succursale dell'Ikea e se Kamprad viene a cena vuoi fare bella figura con lui. "Ingvar, vecchio filibustiere! Vieni avanti... no, no Ing... quella è la libreria non la cucina..."
Scopri allora la Tentazione di Jansson.
No, non c'è niente di malizioso, solo patate, aringhe, cipolle, burro e pangrattato. La provi e la riprovi più volte. Sempre buona, sempre più buona, ormai la fai ad occhi chiusi.
La gramigna? Tse, roba del passato...
Ingenuo.
E' il giorno, manca un'ora e a quel tavolo saranno sedute tre donne. Ti conoscono, sarà una semplice cena tra amici, niente per cui andare in ambascia.
Vuoi scherzare? No, no... sono comunque tre donne. Sarà il tuo filamento impazzito di dna siculo, sarà l'imprinting che t'ha davvero lasciato Tognazzi oltre alla panna, ma TU non puoi sbagliare. TU devi stupirle.
E allora ti armi di tutta la forza bruta che possiedi, lasci in un angolo l'intelligenza e il buon senso a farsi compagnia, ed esci tronfio e impettito dalla tua caverna.
Apri il frigo e prendi la vaschetta con le aringhe. Levi il cellophane.... Mmmmhh... cazzo! E' tardissimo e mo'?
Lavi le aringhe e le asciughi; peli le patate e le affetti; fai soffrigere le cipolle e prendi il pangrattato.
Tutto è pronto! A noi due mammuth maledetto!!
Patate, aringhe, cipolle, pangrattato, e via così, strato dopo strato. E per finire, tanto la disdegnavi che ci devi mettere su la panna liquida, che' questo dice la ricetta e non è il caso di fare gli snob proprio adesso.
Forno.
Tre quarti d'ora.
Suona il citofono, le ospiti sono arrivate.
Ti fai i complimenti da solo, bravo, tutto calcolato al minuto, avevi qualche dubbio che potesse finire diversamente? Si, bravo.
Pochi convenevoli, fai accomodare a tavola, stappi il vino che hanno portato.
E' il momento d'aprire il forno. Estrai il tuo tortino.
L'aspetto è bello più che mai, si, gran bel mammuth...
Maledetto mammuth! Non dovevi farmelo... Porti il tortino al naso.
Per un'ora hai voluto credere che quelle aringhe prese la sera prima non potessero farsi beffa delle tua intelligenza. Hanno vinto loro: puzzano come poche. Non puoi portare in tavola quella robaccia...
"Ragazze, sono mortificato... ma... no, non posso servirlo... vi chiedo scusa".
Cercano di confortarti con tutte le parole carine possibili. Niente. Le tue orecchie sono otturate, come prima il condotto del buon senso.
In 20 minuti metti in tavola degli spaghetti col misto pesce congelato. Dignitosi.
Le ragazze tornano a dirti che non devi preoccuparti, che sono buoni, che tu sei...
Niente, devi tornare nella caverna.
Quando ne uscirai?


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