13 settembre 2010

L'ALTRA

Memorie d'un tempo diverso

Ero già vecchio, in un'altra vita. Vivevo nel centro di Teheran, avevo sempre vissuto nel cuore della capitale di Persia. Almeno così pensavo, perché ero appena nato. Il mio nome era Yashar. 
Non ero tipo da starmene fermo, nell'altra vita. Il lavoro, per me, era quasi un'ossessione. Mi levavo dal letto che il gallo ancora doveva svegliarsi e subito scendevo nella mia bottega. Solo una tazza di ghahve bollente ed ero pronto a piegare i metalli, per creare oggetti e strumenti tra i più svariati. Molti mercanti del Bazaar erano miei clienti fedeli. Qualcuno raccontava che due miei candelabri fossero stati visti, addirittura, negli appartamenti reali dei Qajar, ma io non ho mai dato credito a quelle scemenze.
Il mio volto era scarno quanto i miei pasti giornalieri. Nemmeno i banchetti nuziali delle mie tre bambine — di cui tutti, nel quartiere di Hasan Abad, serbavano ricordo indelebile — avevano incuriosito il mio appetito.
Non amavo viaggiare, nella mia altra vita persiana. Con gli occhi bendati sarei stato capace di muovermi per le vie attorno alla mia casa, ma solo una volta ero andato via da Teheran, per i funerali di mio fratello Heerad, a Shiraz.
Non amavo parlare molto, nella mia altra vita, anche quando qualcuno provava a spazientirmi con domande insolenti. Niyoosha, la mia sposa, sono sicuro avesse perso il giorno delle nozze la speranza di sentire anche solo un apprezzamento per la cura che avrebbe dedicato alla famiglia, figurarsi un cenno del mio amore.
Fin troppo riservato per passare inosservato, qualcuno mi apostrofava col nomignolo di "inglese", per quella rigida ostinazione con cui nascondevo le mie presunte emozioni alla curiosità altrui. Gelido e impassibile, sino alla noia. Non credo che qualcuno possa mai dire d'avermi visto piangere, a meno di mentire senza ritegno.
"Se non ti scalda il sole del mattino...". La saggezza, nell'altra mia vita, era una pratica quotidiana scontata. Poi arrivava qualcuno, e la traduceva con quelle parole che, di certo, io non mi sarei mai messo a cercare.
"Se non ti scalda il sole del mattino, non ti scalderà quello del pomeriggio". Nell'altra mia vita ero molto saggio.
Si, nell'altra.

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