08 luglio 2010

SULL'AUTOBUS TRA TORINO E DURBAN

Prove di melting pot

Hanno scelto il luogo più disgraziato dell'autobus: i tre sedili al fondo, proprio sopra il motore. Stare lì d'estate è un supplizio. Possono sopportarlo solo perché l'aria condizionata, in via del tutto eccezionale, funziona.
Lei tormenta un po' i suoi capelli biondi e un po' i manici di una borsa rosa shocking. Gli occhi, chiari, sono dati per dispersi al di là de finestrino.
Al suo fianco c'è un ragazzo africano. Le gambe accavallate, lineamenti gentili, una canottiera per esaltare pettorali che farebbero la gioia di molte mie amiche, e pure di qualche amico. Alla sua destra c'è un ragazzo mediorientale: pantaloni scuri, una camicia a righe e un sorriso immobile appena accennato.
Si sente squillare un telefono e la ragazza risponde.
“Ohi, ciao!... Chi gioca stasera?... Si, chi gioca?... No, paura!”.
Intanto, il ragazzo mediorientale si volta verso l'africano e scuote la testa: “Germania”.
“No”, ribatte l'africano ridendo, “la Spagna!”.
“Eeeh, ma la Germania è forte...”.
“Si, ma anche la Spagna è forte!”.
La ragazza chiude il telefono e si gira verso i suoi vicini. “Si, stasera vince la Spagna”.
Il mediorientale non è convinto e fa una smorfia, mentre l'africano insiste: “Io tifo Spagna!”.
La chiacchierata mondiale si esaurisce lì.
Solo quando scendo dall'autobus mi rendo conto che quell'aria era davvero fresca.
Dal marciapiede sale un profumo penetrante di pesce fritto. Sicuramente misto.

Nessun commento:

Posta un commento