10 settembre 2009

NO NEWS, GOOD NEWS

Routine di settembre

Non è stato facile. Per tutto il pomeriggio ho dovuto fare i conti con improvvisi colpi di sonno. Nemmeno il quarto d'oro trascorso ad occhi chiusi e con attività cerebrale appena percettibile è bastato. Anzi, è stato come andarsene da un pranzo di nozze dopo aver mangiato due olive come aperitivo.
Non ho intenzione di attribuire colpe alla fine delle vacanze, alla ripresa del lavoro, no. Colpa del fatto che ho ricominciato a dormire cinque ore a notte? No. E' colpa dell'arancino palestinese mangiato a pranzo. Potevo accontentarmi del solo kebab, e invece...
E ora non è facile farsi spazio in questo accogliente ripostiglio che mi ostino a chiamare casa. Ci sono affezionato a queste quattro mura, davvero. C'erano, quando avevo bisogno di loro. E sono pure a modo con i miei ospiti. Ma è più forte di me, le tratto come fossero le mura di una magazzino. Si, credo che un qualunque capannone abbandonato sia oggetto di migliori attenzioni.
Giornali ovunque, scatole di tutte le dimensioni, panni che attendono la lavatrice come la festa patronale.
Pancetta al peperoncino, la solita leggerissima birra belga che beviamo solo io e gli slavi ubriachi del Lingotto, il pane di Eataly, il pomodoro dell'orto, condito con olio e origano. Non so perché lo chiamino origano, quest'erbetta secca. Ne ricordo uno che era buono davvero, origano anche con la g maiuscola. Forse era buono solo perché era stato raccolto per me.
"My life in the sunshine... everybody loves the sunshine".
Il sole è andato da un pezzo, su Radio Capital è finita l'ora di Vibe.
Esco, c'è un amico che mi aspetta.

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