27 giugno 2007

Parlare non serve...

Ha poco più di due anni e mezzo, occhi svegli e poca voglia di parlare: le cose le indica e basta, sapendo che noi adulti faremo di tutto per capirlo al volo. In realtà qualche parola la dice: quando non mi apostrofa "de-dé" mi chiama "zio". E poi dice: "ragno". Ma non si rivolge a me, bensì all'idolo che in poco tempo mi ha sostituito al centro delle sue attenzioni, L'Uomo Ragno.
Con una mano tiene ben stretta "pam-pam ragno" (la pistola dell'Uomo Ragno), l'altra la da a me quando attraversiamo la strada.
Io e Andrea passeggiamo vicino casa sua, ad Anzio. E' contento perchè lo lascio libero di camminare senza tenerlo per mano, almeno sul marciapiede. Non parla ma guarda tutto quello che incontriamo per strada, soprattutto gli altri bambini, con i quali vorrebbe sempre fermarsi a giocare.
Anch'io parlo poco e osservo molto.
Passiamo vicino a quella che mi sembra una birreria. All'aperto ci sono tavolini ed ombrelloni. Tutt'intorno, insegne di vario genere: "weizen bier", "carni chianine", "trattoria".
Alzo lo sguardo e leggo il nome del locale: " 'O Sole 'e Napule ".
Non voglio crederci...
Ma il meglio deve arrivare, e si trova su un muro sbrecciato:
"Marccelo T.V.B."
Forse hai ragione tu, Andrea.


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