10 settembre 2007

All'armi!

Lavavetri, mendicanti, zingari.
Il grosso del dibattito sulla sicurezza, in Italia, si fa su questa gente
Si legge addirittura di racket dei lavavetri, di zone nelle mani ai marocchini, altre agli "slavi", altre ad "etnie" non meglio precisate; senza che nessuno trovi la voglia e la forza per confermare o smentire.
Davvero non esistono altre situazioni più gravi?
Mafia?
Beh, si, anche quella. Meno male che qualche giornalista è ancora minacciato per quello che scrive. Almeno, di tanto in tanto, anche i suoi colleghi sono costretti a parlarne.
Tanto per fare un po' di tutta l'erba un sol fascio: il metodo mafioso, forse, è più radicato nella nostra italica mentalità di quanto non ci piaccia riconoscere.
Se nel mio ristorante propino ai commensali una bistecca insulsa e il critico d'un giornale mi stronca, beh, posso sempre minacciare il giornale di levare la mia pubblicità dalle sue pagine se non...
Ah no? E' semplicemente la legge del mercato? Ah...
Allora meglio spendere quei pochi soldi che abbiamo per togliere dagli incroci i lavavetri.
Soprattutto quelli aggressivi, che non si accontentano del tuo no ma insistono e ti minacciano; quelli che danno fastidio soprattutto alle persone indifese, anche solo apparentemente, come molte donne.
Non abbiamo altri soldi per contrastare chi minaccia i commercianti se non pagano il pizzo o chi minaccia i giornalisti che scoprono appalti truccati?
Vabbè, mica crederemo alle favole... non si può aver tutto.
Rimane una curiosità, in mezzo al mare magno sulla sicurezza e la criminalità; una curiosità di tipo molto pratico.
Se sono un imprenditore siciliano, aderente alla mia locale unione industriale e costretto a pagare il pizzo, che faccio? Vado in giro a dirlo? E poi? Che mi succede? Mi bruciano l'azienda e l'Unione Industriale mi radia dall'associazione?
Cornuto e mazziato...

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