03 aprile 2018

Viva la Globalizzazione, soprattutto se mi porta i savoiardi con il caffè alla fine del primo tempo


Ho finito l'avanzo di parmigiana di melanzane. Adesso potrei mangiare chorizo e manchego all’infinito, con quell’avanzo di pane raffermo che è da ieri che aspetta lì in cucina.
Invece li metto da parte. 
Solo per un attimo, non facciamo scherzi.

Mi alzo e vado a recuperare una lattina di Krombacher in frigo. A meno di non trovare un’offerta sulla mia birra preferita, quella Indian Pale Ale che fanno nel Bronx, una Pilsner tedesca è pur sempre la scelta più economica. Anche quando nel quartiere la tua bodega preferita è gestita da due fratelli musulmani. Nel senso che sono musulmani e hanno un legame di sangue molto stretto. Il loro senso per gli affari, e poi per le bollette da pagare e per i bambini da mandare a scuola è molto più forte delle raccomandazioni religiose in tema di commercio e alcool.

Aprendo l’armadio, stamattina, avevo solo due scelte: la felpa del Toro o quella dei Nets? Non sia mai, una camicia.
Vero che il nero mi sfila ed è pure il colore non ufficiale di Brooklyn. 
Ma col granata faccio sempre la mia dannata figura.
Mannaggia, ché quaggiù manco sanno dell’esistenza del Toro, non fosse per il sottoscritto che ogni volta punta il dito sullo stemma della sua felpa quando parla con qualcuno: “You see, man? Torino, my native town! My soccer team! What? Juventus? Yeah… I know… fuggedaboutit”.
Non parlo quasi mai delle Olimpiadi Invernali, anche se qui nevica almeno quelle dieci volte ogni inverno.
A che ora inizia Juve-Real?

Via Veneto nelle orecchie.
No, non il traffico.
Quando stavo a Roma non avevo troppe ragioni per andarci. Diciamo pure che potendo, la evitavo come tanti romani. Si, esatto, proprio come i miei nuovi concittadini fanno con la loro piazza di paese più famosa del Mondo. La gggente fa migliaia di chilometri per andare a vederla, con tutte le luci e i pupazzi e le piccole tette colorate, e qui i newyorchesi la schifano. La gggente sta troppo male.

Conto alla rovescia.
Adesso nelle mie voluminose Fostex TX-1, cuffie Made in Japan, c’è una band di tizi francesi, che canta in italiano e il cui nome sembra quello di una famosa città dell’Arizona. Mi sa che è all’araba fenice che pensavano quando dovevano darsi un'identità.
Di certo amano la nostra adorata Italia.
La adorano pure loro, perché è un’Italia ideale. Insomma, sanno che non esiste.
“Senza te, senza te, senza te”. 
Tu hai mai sentito parlare di Via Venéto? VenÉto?? No. Appunto.
Ma loro, i francesi di Phoenix, pare che la vendano a tutto il Mondo. Quello stesso che crede di trovare l’America in Times Square. E la vendono a forza di centesimi ad ogni passaggio sul più famoso sito svedese di streaming musicale. Chi non pensa alla Svezia quando vuole comprare una cucina o un po' di pop elettronico romantico? Al diavolo le Marche, figurati Sanremo.

Adesso la musica ha lasciato spazio ad una telecronaca in spagnolo, dall'Allianz di Torino. Non riesco nemmeno a pronunciarlo, sono fermo al Delle Alpi, se non al Comunale. Mai arrivato nemmeno all'Olimpico, se è per quello.

Con quella rovesciata alla Juve, secondo me Cristiano Ronaldo ha stracciato per sempre anche le mutande di David Beckham. Però mentre il secondo riesce a farsi uno stadio e una squadra di calcio a Miami con il suo compagno d’affari boliviano, il portoghese di Madrid deve accontentarsi di fare milioni mostrandosi in mutande. Io e le mie maniglie dell’amore non potremmo mai farlo, anche se ho il sospetto che diventeremmo virali pure noi se ci beccassero in mutande bloccati fuori dalla stanza di un motel.

Sono troppo vecchio pure per tifare contro la Juve. 
Non ci riesco più. 
Vivo in una città dove i ragazzini indossano invariabilmente la maglia dei Giants o quella della... si, cazzo, quella della Juve. 
Mi sembra pure un po' patetico tifare contro, soprattutto se la tua squadra non vince più un derby a memoria d’uomo. FVCG, vecchio di sicuro.

Nonostante le assonanze, qui non tifo per i Red Bulls. Sempre e solo City. Chi, se non Sheikh Mansour bin Zayed Al Nayah, poteva comprarsi una squadra di calcio a Manchester e poi una in America per farla giocare nello stadio di baseball più famoso al mondo, quello degli onnipresenti cappellini con la N e la Y? Il nome di Mansour l'ho scritto di getto, mica ho fatto copia e incolla da Wikipedia.

Prima di passare ai savoiardi e al caffè, apro di nuovo il frigorifero, tanto per essere sicuro che i miei fianchi si sentano davvero amati e sprigionino amore pure loro. La prova costume per Coney Island è giusto questione di giorni.
C’è un avanzo di pizza, nel frigo.
Ci penso su.
Ah, a proposito di pizza.
Inizio a crederci pure io. 
L’avranno pure inventata a Napoli.
Ma la pizza migliore al mondo si mangia a New York. Soprattutto quando la fanno gli egiziani.