27 marzo 2014

Impensabile [ NYC #29 ]

Con il burro d'arachidi avevo già fatto i conti quando ancora vivevamo a Torino. Ovvio che una moglie americana, e per giunta in gravidanza, avrebbe prima o poi manifestato il desiderio di mangiarlo e noi avevamo pure trovato un ottimo prodotto tedesco acquistabile in una di quelle enormi botteghe mascherate da supermercato nelle quali anche la tua carta di credito deve essere iper e biologica. Insomma, il burro d'arachidi ho iniziato ad apprezzarlo in tempi non sospetti. Ma che ora io usi il mio indice destro per pulire un vasetto di yogurt, ecco, questo si che dovrebbe mettermi in allarme. Invece niente. Potrei dire che a mia parziale discolpa c'è che questo yogurt è fatto con una ricetta persiana, è ancora più denso di quello greco ed è impossibile non apprezzare una crema di formaggio con menta, uvetta e noci. Con il latte che arriva dalla valle dell'Hudson lo producono un papà e sua figlia qui a Brooklyn, seguendo i dettami lasciati dalla nonna e dalla bisnonna. Te lo consegnano direttamente a casa e noi ce lo facciamo portare insieme ad altre cose buone, tipo carne o formaggi, tutte provenienti da piccoli produttori locali. Nonostante "local" qui si traduca in tutto quello che viene sfornato e fa tendenza a Brooklyn (che ancora per un po' rimarrà il posto più fico della Terra, perché così hanno detto e punto e basta), in realtà le cozze arrivano dal Maine e un'ottima toma dal Vermont (si fa compagnia in frigo con una piccola fetta di Raschera).
Avendo sempre presente, davvero come una stella polare, le parole dell'amico napoletano "Guru", che mangiando la pizza a Roma diceva: "buona, mi piace anche, basta non chiamarla pizza", e che una sera di anni fa mi mandò un messaggio per dirmi che in televisione aveva appena riconosciuto, davanti al forno di una nota pizzeria di Torino, un pizzaiolo in trasferta da Napoli; adesso mi sorprendo a mangiare e ad apprezzare, lontano dal mio usuale fondamentalismo culinario, una "sicilian pie" con tanto di pomodoro condito con il pepe e messo sopra  uno strato di formaggio. Il concetto dovrebbe essere quello dello sfincione e poco importa se siamo un po' distanti da quello tradizionale. "L&B Spumoni Gardens" è dal 1939 che sta a Brooklyn e vale assolutamente il viaggio in questa vecchia enclave italiana che era Gravesend.
La nuova moka da 9 tazze, diconsi nove, è al secondo giro di caffè da scartare prima d'essere messa seriamente alla prova. La vecchia moka è stata pensionata ormai da almeno due mesi e non era stata ancora sostituita. Per una famiglia italiana-e-americana questo dovrebbe essere un mezzo affronto, una macchia da lavare con l'espresso. Ma io, a dire il vero, inizio ad amare sempre di più il caffè americano, dal marchio popolare newyorchese che acquisto in gigantesche lattine (non so come si chiami l'ossimoro involontario) ai chicchi tostati nel nostro locale preferito, tra le vecchie strade dei magazzini di Red Hook.
Addio, vecchio fondamentalismo alimentare, adesso sono vecchio pure io. E tu non eri solo anacronistico. No, eri proprio inutile.

08 marzo 2014

Welcome to the real world [ NYC #28 ]

Credevo che i dinosauri si fossero estinti. Sbagliato. Non avevo mai guardato sotto il divano.
"Si, vabbé, figliolo. Comunque non c'è verso che non si estinguano. Guardali: sono in dieci e c'hanno un solo albero da mangiare da mangiare, ma dai...". 
Non credo mi stia davvero ascoltando. Forse la doppia negazione nella stessa frase gli ha chiuso le orecchie o forse la sua coscienza ambientale non ancora così sviluppata. Di fatto, raccoglie il suo mini-albero, prende i mini-dinosauri che erano spariti sotto il divano e li mette di nuovo nel loro scatola di plastica, un cilindro dove fino a qualche giorno fa si trovavano dei carciofi sottolio. Poi si gira verso la libreria e afferra la cassetta con la frutta. Ci sono una pera, una fragola, un limone, un kiwi, un'arancia, una banana e una fetta di melone. Sono divisi in due o più parti e tenuti insieme con dei piccoli inserti di velcro. Tutti rigorosamente in legno, come in legno sono il coltello, due fette di pane, un tostapane, un panetto di burro, un piattino e una bottiglietta di miele. Faccio tostare le due fette di pane e ci metto il burro sopra.
"Allora, piccolo. La vedi la ragazza dai capelli rossi seduta al tavolo? Ha chiamato giusto poco fa e ha ordinato un panino al burro. Due fette di pane tostato, esatto, e del burro. Sono 28 dollari, ok? Quindi ricorda: ti spettano almeno 5 dollari di mancia. Vai".