07 gennaio 2014

Mai come ora, F R E E Z E R *** [ NYC #25 ]

Nato durante un violento temporale, amo il vento, la pioggia, la neve, il caldo secco e un po' meno l'afa, per via di quel maledetto malditesta che mi viene da quando ero un ragazzino e la sinusite, o una sua parente stretta, mi teneva compagnia. Il tempo non condiziona il mio umore. Il mio umore volge al rabbioso, però, quando sento qualcuno lamentarsi del tempo. È agosto? "Uh, che caldo fa!". È gennaio? "Uh, che freddo fa!". Per favore, taci, fammela 'sta cortesia, uh. E manco ti chiedo di pensare al riscaldamento globale, figurati.
Ma oggi, per una volta almeno, sono io che devo concedermi un eccezione: oggi c'è un freddo davvero brutale, qui si congela. No, no, non è uno scherzo. Il centro meteorologico ha detto di fare attenzione, ché con temperature tra i -14º di stamane e gli attuali meno -12°, che sembravano -21° e  ora -18° per colpa del vento che arriva dal Polo Nord, il rischio di congelamento della pelle diventa reale dopo un'esposizione al freddo per oltre 40 minuti. La vera preoccupazione è per i senzatetto totali, quelli che vivono per strada o nella metropolitana. A New York ci sono 3180 persone che ogni sera dormono dove capita, in qualche riparo improvvisato o sui vagoni dei treni che non si fermano mai nelle 24 ore. 
Il cielo adesso è di un blù intenso. L'Empire State Building si prende il sole e si mette in posa per le cartoline dei turisti. Il vento non è più forte come stamattina. Però se imbocchi la strada sbagliata, l'aria che ti arriva in faccia è ugualmente feroce. Benedico il passamontagna, che sul serio protegge dal freddo. Ma la pressione del mio sangue si fa sentire e punta dove il naso incontra la fronte. 
La borsa della nostra spesa non ha bisogno del frigorifero. Il piccoletto è sepolto nel suo passeggino, sotto qualche strato di vestiti, una coperta e un telo in plastica anti-tutto.  La ragazza dai capelli rossi inizia ad avere rosse anche le guance. Si, credo che sia l'ora di tornare a casa.

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