16 agosto 2013

A RUOTA LIBERA

Lumberton, North Carolina. Lungo l'autostrada I-95 campeggia un enorme scritta: "Jesus: wise men still seek him". Ehi, Mormoni, la sapete una cosa? I "wiseguys", almeno quelli che stanno in Italia, lo hanno già trovato da un pezzo e lo hanno usato come gli pareva e piaceva. Lo sapeva anche Pino Puglisi, per questo la Mafia gli ha sparato alla testa. E perché m'è venuta in mente 'sta cosa qua? Boh, sarà la stanchezza, sarà che guidare per ore su un'autostrada senza distrazioni ti fa avere le visioni (certo, mai come quelle che avrà avuto Sandro, l'amico fotografo che si è regalato il Cammino di Santiago). Nei lunghi tratti in cui il piccoletto dorme, e noi ce ne stiamo zitti zitti per lasciarlo riposare, ho tutto il tempo per sragionare.
Gli Stati Uniti sono un'economia fondata sugli autotreni e i fuochi d'artificio. Per la vendita dei fuochi d'artificio, onnipresenti negli USA, in una stazione di servizio ho visto addirittura un camion ambulante, un po' come quelli leggendari del nostro Torrone Sebaste nelle feste di paese e nei luna park. Quanto agli autotreni, invece, ci vuol davvero poco a capire che senza i lunghissimi "truck" l'economia di questa nazione sarebbe a terra. Si, magari da qualche parte, come nel corridoio est che va da Boston a Washington, e trovando lo spazio per farlo passare in mezzo a quella sterminata area metropolitana senza soluzione di continuità, un treno veloce si potrebbe pure immaginare. Qualcuno lo sta pensando in California, tra San Francisco e Los Angeles. In bocca al lupo, folks. Troppo grande questo Paese, che avendo privilegiato l'aereo e non avendo davvero mai creduto troppo alla ferrovia, adesso si trova in ritardo e dipendente dagli enormi camion che fanno arrivare le merci dai porti a qualunque paesino. Il camion è un pezzo fondamentale della cultura, e ne sono consapevoli per primi i camionisti, che rivendicano il loro insostituibile ruolo nell'andamento dell'economia nazionale. Anche la cultura del cibo è contagiata: basti pensare che i food trucks, i camion che si spostano per i quartieri delle città vendendo cibo da mangiare sul momento, sono di moda ovunque e vengono organizzati veri e propri raduni che attraggono migliaia di persone davanti a questi ristoranti ambulanti (perché alcuni sono davvero di più che semplici tavole calde).
Da New York a Miami ci sono 1300 miglia, cioè poco meno di 2100 chilometri: quasi come andare da Marsiglia a Varsavia. Per arrivare all'inizio della Georgia, a Savannah, abbiamo già percorso 800 miglia, cioè quasi 1300 chilometri: un po' come andare da Piombino a Le Havre. New Jersey, Pennsylvania, Delaware, Maryland, Virginia, North Carolina e South Carolina gli Stati già attraversati. Non solo camion, ma anche automobili. Niente di nuovo nel dire che la macchina è il simbolo di questo Paese e della sua idea di libertà. Quel che forse in Europa non si vuole proprio capire è che la Storia e la Geografia dell'America non manderanno in pensione così presto le automobili. Non è solo perché la benzina è sussidiata dallo Stato e perché l'America sta lentamente uscendo dalla crisi che le macchine qui si vendono, mentre dalla Spagna alla Francia all'Italia è crollo senza fine. I sindacalisti italiani, per primi, dovrebbero farsene una ragione e armarsi di atlante e righello per capirci qualcosa. Le divisioni e i nazionalismi europei non costruiranno mai un mercato immenso come quello americano, nemmeno levando tutti i possibili ostacoli, da quelli infrastrutturali a quelli fiscali. Ancora settimana scorsa il Wall Street Journal, con un articolo in cui si parlava dello stabilimento Fiat Mirafiori a Torino (impianto totalmente sovradimensionato rispetto al mercato attuale e costruito per un'epoca che non potrà più tornare), suggeriva per l'ennesima volta agli europei di ridurre la loro capacità produttiva, pena la scomparsa progressiva dell'industria automobilistica. Non capiterà, ovvio: per troppa gente significherebbe perdere potere contrattuale, alla faccia di quelli che il lavoro lo hanno comunque già perso proprio per l'egoismo e la miopia di costoro.
Qualche mese fa la Tesla si vantava di essere la prima casa automobilistica americana ad aver restituito il prestito fatto dal Governo di Washington. A chi, quaggiù, faceva notare che in realtà la prima era stata la Chrysler, fu data questa risposta: "ma loro non sono più americani, sono posseduti dalla Fiat". Con buona pace dei duri e puri italiani. Duri e puri come quello che si vantava di incontrare il suo Padrone non a Torino ma in Svizzera, dove il Padrone lo mandava a prendere con la Ferrari... Bravo piciu, dai campi e dalle officine.
Savannah è davvero piena di charme. Dovremmo fermarci qui di più e fare indigestione di soul food.

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