25 novembre 2012

DIARIO MINIMO DA SEATTLE - 1 - Radar

Ogni guida per turisti a Seattle prevede: che in città il cielo sia coperto, che dal tuo albergo si veda la Space Needle, che accendendo la radio tu possa ascoltare i Nirvana. Io, nel mio primo giorno, non solo ho infilato anche Pike Place Market, ma pure la sede di Real Player e un vero nerd che armeggiava con il cubo di Rubik camminando sulla Western Avenue.
E poi tanto caffè, ma ancora non quello scontato di Starbucks, che qui è nata e ha la sua sede, bensì quello delle moltissime caffetterie sparse lungo il nostro tragitto tra Belltown e Downtown, dove trovi i ragazzi con i loro portatili o gli uomini che giocano a domino.
A parte Jimi Hendrix, tutte le icone  di questa città lontana più di cinquemila chilometri da Miami.
Due mondi opposti. Laggiù il caldo, le palme, il mare, la schiacciante impronta culturale latino-americana. Quassù, le nuvole, la pioggia, il sole che quando si prende il suo spazio illumina le alture attorno al Puget Sound, la lunga insenatura dell'Oceano Pacifico. A Miami, a parte gli enormi cavalcavia autostradali, gli occhi non trovano molti sfoghi per immaginare l'orizzonte. A Seattle è un continuo saliscendi, puoi spaziare dai grattacieli alle montagne. Sempre dimentichiamo la geografia. Facile essere creativi a Seattle, un po' meno a Miami, dove per rompere l'inerzia (che con il caldo umido estivo diventa quasi paralisi) devi aspettare temporali e uragani.
In queste giornate dopo il Thanksgiving, che per molti americani rappresentano un periodo di vacanza, non siamo gli unici ad aver attraversato il Paese da una costa all'altra per essere qui. Mentre ero seduto al tavolino, aspettando che Rachel arrivasse con le nostre porzioni di chowder (una zuppa cremosa di pesce, tipica del New England), ho fatto conoscenza con una famiglia che arrivava dal Delaware, The First State.
"Turin, the Olympics Game", dice la madre. Penso a quello che ho letto su "La Stampa": secondo alcuni blogger londinesi, esperti di viaggio e in questi giorni a Torino, la città ha molti tesori che non riesce a far conoscere, perché la promozione non è efficace, anche quella sui social media. (Non sanno, i miserelli, che gli appalti sono vinti sempre dai soliti noti, i quali sono anche piuttosto incapaci). In compenso, nonostante qualcuno pensi davvero che la Fiat sia il peggior ambasciatore per l'Italia, anche qui si vedono sempre più 500 per strada. Ma sono meno lussuose di quelle marchiate Gucci che girano per Miami.
Oggi sarà difficile vedere qualcosa, la nebbia si è mangiata piano piano anche la Space Needle. E con la maratona per le strade della città, raggiungere Redmond non sarà uno scherzo.



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