12 aprile 2012

NON-LIEU

I marchi sono quelli famosi e globali, qualche locale sembra fresco d'apertura, in una zona tradizionalmente commerciale ma meno snob e pretenziosa di altre. Le vetrine sono piene di luce anche sul lato della strada che all'ora di pranzo si ritrova più in ombra. Qualcuno punta sullo stile impeccabile dell'esposizione, altri sul prezzo concorrenziale dei prodotti. Qualcuno proprio non riesce ad accontentarsi del suo semplice nome italiano e lo accompagna con un evitabile "bags and shoes". 
Non credo che questi negozi siano flagship, come li chiamerebbe chi col marketing ci lavora più di me; ma a parte uno che già dal nome racconta di vendere accessori per ragazze, tutti gli altri sono praticamente deserti, e le commesse sono pure costrette a stare in piedi, per non creare l'impressione dell'abbandono. Uno ha pure la scala mobile che si affaccia quasi sulla strada e gira in continuazione senza anima viva da trasportare. Bella cosa l'orario continuato, gli affari sono una cosa diversa, però. Chissà se è per questo che, al fondo della strada, ci sono pure alcuni spazi sfitti.
Finalmente passo accanto a due persone che stringono le borse dei loro acquisti. Una è stata in una catena spagnola; l'altra nella catena italiana che, mai lo sospetteresti, vuole provare a farle concorrenza. Le osservo bene: sono due turiste.
Magari è una mia impressione, ma neppure i bar mi sembrano pieni. In compenso i marciapiedi, che sono ben più larghi della media di una qualunque città italiana, sono affollatissimi, soprattutto da ragazzi e impiegati. Fa caldo, e c'è anche un tizio che riesce a girare col piumino chiuso fino al collo.
La via (anche se si chiama Corso) è molto lunga. Nulla interrompe la prospettiva, se non qualche semaforo sospeso ed un enorme striscione giallo che pubblicizza un porno shop lì vicino.
Mi infilo in una strada laterale. Sembra isolata acusticamente, le macchine non si sentono più. La via porta il nome di un patriota che non conosco. Dopo un ristorante italo cinese e un bar chiuso, arriva l'incrocio con la via dedicata ad un naturalista, e pure di lui ignoravo l'esistenza. Sul lato di un palazzo annunciano il concerto dei Soundgarden. All'angolo c'è un piccolo giardino pubblico.
Mi fermo su una panchina e ascolto due piccioni che tubano.

10 aprile 2012

ALTRIMENTI CONOSCIUTA COME ELUCUBRAZIONE

L'insegna, su campo giallo, è seria: "Ottica Amica". Praticamente, non lascia scampo all'immaginazione, che è defunta insieme al suo copywriter. Ma lei, almeno, ha lasciato un vuoto. Lui, poveraccio, non poteva prevedere che l'ennesimo punto vendita, un bel giorno, sarebbe finito al fianco di un cinema porno. E nemmeno poteva immaginare che in quello spazio sarebbe riuscito a creare una perfetta associazione di idee tra la più famosa leggenda catechistica sulla cecità maschile e la nota mano amica.
Mi fermo ancora un attimo prima di chiudere l'ombrello e imboccare le scale della metro.
Dal cinema esce un uomo che non avrà cinquant'anni. Abbottona il suo giubbotto sportivo e si allontana a passo tranquillo.
Certo, la comodità del computer di casa è innegabile. Ma vuoi mettere il fascino del grande schermo?