01 marzo 2012

FUTURA

A 12 anni mi sembrava immensa, Torino. Quando d'estate mio padre mi portava con lui a Mirafiori Sud, per consegnare i materassi a fine giornata, già quel viaggio da via Frejus era una gita e arrivare nelle strade attorno a via Togliatti era come cacciarsi dentro un labirinto.
Quella domenica di metà settembre, però, la gita a Italia '61 l'avrei ricordata a lungo.
Il pomeriggio non finiva mai e ad ogni ora il parco si riempiva di gente. C'era la Festa Nazionale dell'Unità ma non era quella la vera attrazione. Io mi stringevo fiero alla mia piccola sacca rossa e blu da marinaio, con i panini e tutto quello che mi sarebbe servito per sopravvivere lontano da casa. Ricordo che la  sopravvivenza era anche legata alla presenza di mia sorella: con i suoi diciott'anni compiuti da pochi giorni, e con i suoi superpoteri, riuscì a difendermi da alcuni bulli. Insomma, mi sentivo al sicuro, anche quando la mia sacca, nella calca della folla, si allontanò pericolosamente da me e io a stento la trattenni per la corda come se fosse la mia ancora. 
Forse è stato quel giorno di settembre che ho perdonato sul serio mia sorella. A maggio Bob Marley se n'era andato per sempre, ed era colpa di mia sorella se mia madre, l'anno prima, mi aveva impedito d'andare al Comunale per il suo concerto: "mamma! Non sai cosa si fumano a quei concerti!". Aveva fatto il suo lavoro, mia madre, e mi aveva detto che ero troppo piccolo.

Ma quella domenica era finalmente arrivato il giorno del mio primo concerto.
Era il 13 settembre del 1981.
E Lucio Dalla cantava solo per me.

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