26 gennaio 2010

PARABOLA

Ascesa e discesa degli animali sociali

Si intravedono per la prima volta in un luogo immenso e affollato.
Affollato, si, ma asettico, privo di rumori e odori. Qualcuno dice che forse, in quel luogo immenso, i confini nemmeno esistano.
Loro si scambiano i saluti e, per un attimo, hanno l'impressione d'essere vicini e di potersi stringere la mano. Eppure, sono separati da un lungo muro, spesso e trasparente, che sembra fatto apposta per ingannarli.
All'inizio sono a disagio, così prima cercano conforto attorno a se, in qualche sguardo conosciuto. Poi prendono un po' di coraggio e provano a comunicare tra di loro, senza intermediari. Schiacciano il naso al muro, convinti che i suoni possano superare quella barriera.
Non sembra una cosa facile, lì per lì. Ma loro sono pieni di buone intenzioni. Quando il labiale non basta più, iniziano a lanciarsi aeroplanini di carta e parole.
L'aria è solcata dai voli sempre più fitti, ma anche l'inchiostro finisce per non bastare più.
Così prendono altro coraggio e decidono d'arrampicarsi sul muro.
Si ritrovano in cima, finalmente sono faccia a faccia e possono guardarsi negli occhi.
Si annusano, si toccano, si ascoltano curiosi.
Ma lì, in cima, non si può stare a lungo, ché lo spazio è comunque ristretto.
Allora, ognuno capisce che è arrivato il momento di tornare sui propri passi.
E tornare ad essere semplicemente un nome, tra i tanti scritti su quel muro.

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