17 dicembre 2008

La Storia siamo Noi. Purtroppo

Realtà e rappresentazione

Compaiono a caratteri cubitali sui grandi schermi che campeggiano nello studio televisivo. Parole ad effetto.
Disturbi.
Terremoto.
Crisi personale.
Consapevolezza. La parola prezzemolo che non ci facciamo mancare mai.
La voce del conduttore sembra uscita da un telefilm sull'epopea della tivvù americana. Crea un effetto di tensione amplificata che stride con la pacatezza dei testimoni intervistati.
Si parla di una vicenda personale drammatica, il tentato suicidio di un ex calciatore. Una storia intima, dolorosa per il diretto interessato e le persone a lui care. Una storia che ha riempito giornali e telegiornali mentre l'Italia giocava i Mondiali in Germania. Per settimane ha soddisfatto la morbosa curiosità dell'opinione pubblica e ha creato vera compassione per una vicenda ben più vicina di guerre o carestie esotiche.
Si avvicina il momento in cui siamo tutti buoni e le storie sono a lieto fine. Allora perché dedicare un'ora della televisione pubblica alla conoscenza della Storia, quando possiamo rilassarci pensando che, in fondo, anche i fatti umani più tristi finiranno per il verso giusto? Non avremo tanti soldi in tasca, ma con un bel po' di fiducia il panettone lo compreremo, anche quest'anno.
I più fortunati, poi, potrebbero concedersi anche un giocattolo elettronico innovativo, che cambia l'età del cervello. Così dice la pubblicità.
Premessa: a 50 anni è assai probabile che tu abbia il cervello di un settantenne.
Promessa: usa il giocattolo elettronico innovativo e ti ritroverai con il cervello di un ventiseienne.
Prospettiva che sembrerebbe inquietante anche a un dodicenne.
Di grazia, perché mai dovrebbe essere preferibile un cervello che ha 26 anni rispetto ad un cervello che invece di anni ne ha 70?
Sull'ennesimo telegiornale della sera il sindaco di una grande città dice che andrà avanti col suo lavoro. Anzi, lavorerà anche più di prima, anche se due dei suoi assessori sono agli arresti.
Spengo la tele.
Accendo la radio, una di quelle che non ha il sistema di ricerca automatica delle frequenze. Non serve. A quest'ora tutti i network nazionali trasmettono lo stesso programma che ospita le stesse telefonate delle stesse persone che parlano delle stesse storie d'amore.
“La storia siamo noi, nessuno si senta escluso”.
Appunto.

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