04 dicembre 2007

Dure a morire

Dipendenze serali

Era diventata rassicurante, come tutte le abitudini: ogni sera un film al cinema, ininterrottamente dal 23 novembre sino al primo dicembre, giornata finale del Festival. Come da tradizione, il giorno dopo la chiusura ci sono le repliche dei film premiati. Così domenica sera apprezzo l'ultimissima visione, quella del lungometraggio vincitore del concorso.
La prima sera senza film è la più difficile, soprattutto se rimani a casa.
Apparecchio sul letto, tutto l'occorrente per una cena dignitosa, con gli avanzi del pranzo domenicale dalla mia mamma e l'immancabile birra.
Accendo la tv e la blocco su LA7. Il titolo della puntata di Exit è ad effetto: "Nella mente delle madri assassine". Ma il tema è trattato seriamente e con pacatezza, merito degli ospiti. La solitudine e il disagio di molte donne che diventano madri, l'abbandono in cui spesso si trovano, per colpa dei loro compagni e di una società che solo a parole difende la famiglia. Il concetto di istinto materno viene fatto a pezzi e così l'idea della mamma sempre buona. Una trasmissione davvero rivoluzionaria: fosse andata in onda su Rai1 ci sarebbero state, come minimo, le "vibrate" proteste della Conferenza Episcopale.
Un'ora di televisione è troppo. Il secondo tema della puntata è la mafia, di cui si parla con il pretesto della fiction "Il Capo dei Capi". Vince il mio pregiudizio ed esco.
Birra, ovvio.
Non ho voglia di tornare subito a casa, così allungo il giro, passando sotto il cavalcavia di corso Bramante. Mi fermo a guardare un treno che sta uscendo dalla città. L'aria è fresca, sembra una serata primaverile. La farmacia di Via Nizza segna 11 gradi, le pompe funebri più chiaccherate della città dicono che sono 12.
Cosa danno al cinema in 'sti giorni?

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