11 novembre 2007

Allora ciao

O l'arte di usare le parole

C'è chi all'ultimo minuto, col fiatone in gola e senza biglietto, sale su un treno che non è il suo ma lo diventa.
C'è chi sale su un treno prima che parta, facendo attenzione a non rovesciare il caffè che ha in mano e a scendere prima che il treno parta.
C'è chi il caffè lo mette in un barattolo, e il caffè si rovescia nel sacchetto per colpa delle curve ma le brioche si possono ancora mangiare sedendosi sull'erba fredda.
C'è chi compra un pennarello e un quaderno, e poi ruba anche degli adesivi e tappezza un portone di parole.
C'è chi le parole le tronca in un sms e chi certe parole proprio non le vuole sentire nominare.
C'è chi con i nomi ci gioca, perché Matteo è divertente ma Carlotta di più.
C’è chi si diverte ad assemblare immagini e sciocche canzoni.
C'è chi, invece, si avvicina per appoggiare la sua la testa alla tua spalla e poi subito si addormenta.

Le cose si possono dire nei modi più disparati.
E dire addio non sfugge alla regola.

Allora ciao.

Perché a volte non è semplice.
"How insensitive I must have seemed.."
Perché a volte c'è ben poco da dire.
"What was I to say? What can you say when a love affair is over?".

Si può lasciare qualcuno anche se lo si ama ancora?
A quanto pare si.
Allora ciao.

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