22 ottobre 2007

Bachi

Estetica della camicia di seta

“Ciao! Ti ricordi di me?”.
La signora dai capelli rossi si avvicina ma lui rimane immobile. Finge di non riconoscerla, poi da sotto i baffi sbuca un sorriso, le mette una mano sul braccio e la saluta. Solo dopo un po’ mi accorgo che lui sta in piedi su una pedana in legno che lo fa più alto di qualche centimetro appena, quelli sufficienti per riuscire a prendere le castagne dal fuoco. Ne infila alcune in un sacchetto di carta e le regala alla sua amica. È fortunata, perché per un sacchetto simile Mimmo chiede anche tre euro. “Da Mimmo caldarroste” deve essere un’istituzione a Pavia, ed è parcheggiato con la sua Ape davanti all’istituzione cittadina per eccellenza, la pellicceria Annabella, quella di Alain Delon.
È un punto strategico del centro città, dove Strada Nuova e Via Cavour s’incrociano, giusto alle spalle della piazza principale, Piazza della Vittoria. Per quello che mi riguarda la vera istituzione si trova però a 50 metri da lì: è la pasticceria Vigoni, dove si produce “la vera torta Paradiso”.
È il primo vero sabato di freddo autunnale. Alcune signore sfoggiano i primi leggeri cappotti color beige, una azzarda addirittura un prematuro piumino bianco come la panna. Due coppie di immigrati passano a poca distanza l’una dall’altra e sembrano macchie estranee nel quadro che li circonda, fatto di ragazzini con pantaloni da rapper, universitari ben pettinati, famiglie a struscio con passeggini. Qualcuno cerca d’essere stravagante, mettendo una felpa al suo bassotto.
Eli si sbraccia, la riconosco a malapena perché nasconde la sua folta chioma di capelli ricci sotto un cappellino con visiera. Mi porta a prendere un aperitivo sotto casa sua, a due passi dal Duomo, in un locale alla moda. Non ci vediamo da un bel po’ di tempo, sono tante le cose da raccontarci. Qualche rapido aggiornamento sul lavoro prima di passare a quello che più ci interessa. “C’è qualcuno?”.
Nonostante io sia più vecchio di tre anni, lei mi chiama ancora cuginetto. Certo, la sua statura l’aiuta. Ascolto le storie di cuore degli ultimi mesi.
“Vedi, cuginetto, le persone non sanno più apprezzare le cose belle”.
Cioè?
“Ho fatto questo esempio ad una mia amica. Sei in giro e vedi una camicia di seta che ti piace proprio. Costa cinquanta euro e vorresti comprartela. Poi vai al mercato e vedi un’altra camicia, ti piace pure quella ed è una camicia alla buona, di quelle che costano una decina di euro. Che camicia compri, ho chiesto alla mia amica? Risposta: quella del mercato! L’ho mandata a cagare. Ma come, quella del mercato??! Hai la possibilità di spendere solo qualche euro in più, per avere una camicia bella, di quelle che ti durano e tu ti accontenti di prenderne uno che dopo qualche mese non potrai più mettere!? Vedi cuginetto, non è solo una questione di soldi, è che la camicia di seta richiede più impegno, per lavarla e poi per stirarla, per tenerla bene…”.
Devo imparare a stirare meglio le mie camicie.

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