26 ottobre 2006

Globalizzazione

Torino, coda al semaforo.
Corso Regina è di quelli larghi, a tre corsie, una lama che dalla tangenziale arriva dritta al centro della città senza mai curvare.
Corso Regina, per la precisione Margherita, quella della pizza. Per tutti è solo Corso Regina.
Da una parte il parco della Pellerina, noto un tempo per la lunga processione di schiave nigeriane costrette a prostituirsi, ora luogo di ritrovo per le feste domenicali della comunità peruviana e sede del miglior festival musicale della città; dall'altra parte, l'ultima Fabbrica incastonata a pochi chilometri dalla zona aulica, una fabbrica con la F maiuscola, i cui nomi hanno accompagnato gli ultimi 200 anni di storia industriale europea: la ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni, a ricordarci la lenta decadenza italiana.
La macchina è in coda nella corsia centrale.
Due ragazzi, dall'aria indiana o cingalese, si contendono il mercato dell'informazione cartacea.
Uno vende La Stampa, l'altro distribuisce gratis City.
Tutta la globalizzazione, in pochi metri quadri.

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